22: Ino

Titolo dell'opera: Athamas furieus

Autore: Bernard Salomon

Datazione: 1557

Collocazione: La Métamorphose d’Ovide figurèe, par Jean de Tournes, Lyon  

Committenza:

Tipologia: incisione

Tecnica: xilografia

Soggetto principale: in basso a sinistra, Atamante impazzito e con le braccia alzate, tiene fra le mani il corpo nudo del piccolo Learco che sta per scagliare contro una roccia. Al centro si erge un’alta rupe dalla quale Ino  precipita in mare mentre, in cima all’altura, le seguaci di Ino si dimenano nell’intento di fermare la loro regina.

Soggetto secondario:

Personaggi: Atamante, Learco, Melicerte, Ino, seguaci di Ino

Attributi: corona,mantello, barba, roccia, Learco (Atamante); rupe, corona, Melicerte (Ino); uccelli (compagne Tebane di Ino).

Contesto: in secondo piano, figura un grande promontorio roccioso a picco sul mare mentre, in primo piano, l’azione omicida di Atamante si svolge sulla terra ferma.    

Precedenti:

Derivazioni: Gabriello Symeoni, Atamante infuriato scaccia la moglie e ammazza un figliuolo, 1559 (Cfr. scheda opera 24); Virgil Solis, 1563 (Cfr. scheda opera 26)

Immagini:

Bibliografia: N. Rondot, Bernard Salomon peintre et tailleur d’histoires à Lyon, au XVI siècle, Lione 1897 ; M. D. Henkel, Illustrierte ausgaben von Ovids Metamorphosen, in “Vortrage der Bibliothek Warburg, 1926-1927”, Leipzig-Berlin 1930, pagg. 77-81; M. Calvesi, Il sogno di Polifilo Prenestino, Roma 1983, p. 15.

Annotazioni redazionali: nel 1557 presso la stamperia lionese di Jean de Tournes esce la prima edizione de La Metamorphose d’Ovide figurèe (altre edizioni francesi furono quella del 1564 e questa del 1583), l’opera capolavoro del Rinascimento Francese del grande pittore e intagliatore Bernard Salomon. Dallo studio di N. Rondot, Bernard Salomon pittore e incisore di storie a Lione nel XVI sec. si evince che,dopo lungo tempo, la critica riconosce in lui il genio particolare senza, pertanto, fornire una discussione dettagliata circa l’autenticità dell’ispirazione da cui nacquero le sue illustrazioni. Questa prospettiva nell’edizione principe del 1557 si troverebbe rinforzata nell’analisi di Henkel, per il quale diverse illustrazioni comparse nell’Ovidio figurato del Salomon sarebbero state influenzate da altre rappresentazioni delle Metamorfosi ovidiane di cui, tuttavia, elude le fonti; invece, più verosimilmente,  Henkel finisce col sottolineare l’originalità dell’artista. Le sue incisioni destinate a sostituire le tradizionali miniature nella produzione libraria a stampa, funsero da modello a intere generazioni di illustratori delle favole ovidiane. La novità apportata dal Salomon, nella tradizione degli Ovidi illustrati, risiede nell’unità o meglio in quella sintesi armoniosa fra testo e immagine ottenuta, in ciascuna delle sue illustrazioni, attraverso l’isolamento dell’episodio mitologico che, non più contiguo agli altri ma separato, acquista assieme all’immagine un nuovo rilievo. Quest’ultima, infatti, viene valorizzata da un’importante cornice decorativa che racchiude anche il testo o meglio l’iscrizione che in singole ottave, subito sotto di essa, riferisce della vicenda. Il testo dunque, ridotto in versi, costituisce di volta in volta una breve iscrizione circa l’episodio rappresentato in ogni singola unità. Nella suddetta silografia che illustra del mito di Ino e Atamante, la tragica vicenda in cui quest’ultimo, omicida del figlio Learco, provoca anche il suicidio in mare della sposa Ino; l’iscrizione in forma d’epigramma, infatti, contempla i soli protagonisti dell’episodio. Inoltre, rispetto alla tradizione iconologica e iconografica degli Ovidi illustrati sin qui analizzata, è interessante notare che la figura di Melicerte non è più quella del neonato che, in braccio alla madre, ne seguiva la stessa tragica sorte, Ino infatti, è da sola nell’atto di gettarsi mentre Melicerte, che figura ormai adulto, segue la madre nell’azione suicida. Questa atipica variante iconografica che non trova riscontri figurativi e testuali è da tributare, presumibilmente, ad un vezzo licenzioso dell’illustratore. Nel complesso dunque, la nuova rielaborazione poetico-figurativa delle Metamorfosi che mira a trasmettere in forma accessibile oltre che piacevole la mitologia classica, sembra includere anche un certo intento didattico; tuttavia, nella breve descrizione poetica dell’episodio sebbene l’intento allegorico-moralizzante è scomparso a favore di una formula esplicativa elementare, questa si attribuisce, verosimilmente, non certo alla modesta capacità dell’artista, quanto invece al vasto pubblico di scarsa levatura culturale a cui il testo era destinato. 

Claudia Terribili