
Titolo dell'opera: La Furie et Athams
Autore: Bernard Salomon
Datazione: 1557
Collocazione: La Métamorphose d’Ovide figurèe, par Jean de Tournes, Lyon
Committenza:
Tipologia: incisione
Tecnica: xilografia
Soggetto principale: al centro, seduti in trono e coronati, figurano a sinistra Atamante e a destra Ino. A destra la Furia tiene una torcia infuocata nella mano sinistra mentre con la destra capovolge un’anfora dalla quale fuoriesce un liquido che, in forma di serpenti, infetta i petti di Ino e Atamante
Soggetto secondario: sullo sfondo a sinistra due servitori, impauriti, osservano l’accaduto.
Personaggi: Atamante,Ino, Tisifone, due servitori
Attributi: barba,corona, mantello (Atamante); corona, lungo chitone (Ino); anguicrinita, mammelle di cagna, mantello insanguinato attorcigliato in vita, serpente avviluppato in vita, torcia infuocata, filtro mostruoso (Tisifone)
Contesto: la scena è ambientata all’interno del palazzo reale di Atamante e Ino.
Precedenti:
Derivazioni: Gabriele Simeoni, Atamante infuriato ammazza il figliuolo, 1559(Cfr. scheda opera 23); Virgil Solis, 1563 (Cfr. scheda opera 25)
Immagini:
Bibliografia: Rondot N., Bernard Salomon peintre et tailleur d’histoires à Lyon au XVI siècle, in Les graveurs d'estampes sur cuivre a Lyon, au 17. siecle, Lione 1896; Henkel M.D., Illustrierte Ausgaben von Ovids Metamorphosenim XV., XVI. und XVII. Jahrhndert, in "Vortrage der Bibliothek Warburg", 1926-1927, Leipzig-Berlin 1930, pp. 77-81; Calvesi M., Il sogno di Polifilo Prenestino, Officina, Roma 1983, p. 15
Annotazioni redazionali: nel 1557 presso la stamperia lionese di Jean de Tournes esce la prima edizione de La Metamorphose d’Ovide figurèe (altre edizioni francesi furono quella del 1564 e questa del 1583), l’opera capolavoro del Rinascimento Francese del grande pittore e intagliatore Bernard Salomon. Dallo studio di Natalis Rondot (1896) si evince che,dopo lungo tempo la critica riconosce in lui il genio particolare senza, pertanto, fornire una discussione dettagliata circa l’autenticità dell’ispirazione da cui nacquero le sue illustrazioni. Questa prospettiva nell’edizione principe del 1557 si troverebbe rinforzata nell’analisi di Henkel per il quale diverse illustrazioni comparse nell’Ovidio figurato del Salomon sarebbero state influenzate da altre rappresentazioni delle Metamorfosi ovidiane di cui, tuttavia, elude le fonti; più verosimilmente, Henkel finisce col sottolineare l’originalità dell’artista. Le sue incisioni destinate a sostituire le tradizionali miniature nella produzione libraria a stampa, funsero da modello a intere generazioni di illustratori delle favole ovidiane. La novità apportata dal Salomon, nella tradizione degli Ovidi illustrati risiede nell’unità o meglio in quella sintesi armoniosa fra testo e immagine ottenuta, in ciascuna delle sue illustrazioni, attraverso l’isolamento dell’episodio mitologico che, non più contiguo agli altri ma separato, acquista assieme all’immagine un nuovo rilievo. Quest’ultima, infatti, viene valorizzata da un’importante cornice decorativa che racchiude anche il testo o meglio l’iscrizione che in singole ottave, subito sotto di essa, riferisce della vicenda. Il testo dunque, ridotto in versi, costituisce di volta in volta una breve iscrizione circa l’episodio illustrato in ogni singola unità. Nella suddetta silografia che illustra del mito di Ino e Atamante la tragica vicenda in cui quest’ultimo, omicida del figlio Learco, provoca anche il suicidio in mare della sposa Ino; infatti, l’iscrizione in forma d’epigramma, contempla i soli protagonisti dell’episodio. Inoltre, rispetto alla tradizione figurativa degli Ovidi illustrati sin qui analizzata, è interessante notare che la Furia Tisifone, per la prima volta, non figura più nuda, ma è connotata da un mantello attorcigliato in vita che, peraltro, in qualità di nuovo attributo e, nel contesto specifico, pertiene solo alla tradizione testuale ovidiana (Met. IV, vv. 481-484). In questa nuova rielaborazione poetico-figurativa delle Metamorfosi, dunque, l’intento allegorico-moralizzante scompare a favore di una forma esplicativa semplice e accessibile mirata, verosimilmente, non solo a trasmettere piacevolmente la mitologia classica, ma anche un certo intento didattico per un pubblico di scarsa levatura culturale a cui il testo era destinato.
Claudia Terribili