
Titolo dell'opera: Ino nutrice di Dioniso
Autore: Seleucos
Datazione: I sec. d.C.
Collocazione: Roma, Museo Nazionale Romano (proveniente dalla Casa della Farnesina)
Committenza: presumibilmente famiglia patrizia romana
Tipologia: pittura parietale
Tecnica: affresco
Soggetto principale: a destra, Ino è seduta su di una roccia mentre allatta il piccolo Dioniso che tiene in grembo
Soggetto secondario: alle spalle di Ino, sulla sommità dell’architrave, compare un satiro; all’estrema sinistra della scena si ravvisa la statua di Dioniso stante su un piedistallo; sullo sfondo, compaiono due donne stanti che osservano la scena materna
Personaggi: Ino, Dioniso, Menadi, Satiro
Attributi: Dioniso (Ino); tirso (Dioniso); tirso (Menadi); orecchie ed estremità inferiori caprine (Satiro)
Contesto: giardino
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Nercessian A., ad vocem Ino, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Artemis Verlag, Zurigo Monaco 1990, vol. V, 1, pp. 657-661; Bianchi Bandinelli R., Roma, l'arte romana nel centro del potere, Rizzoli, Milano 1994, p. 120, fig. 123
Annotazioni redazionali: di qualità assai raffinata è la pittura in questione che proviene dalla Casa della Farnesina costruita fra il 30 e il 25 a.C. L’affresco, oggi staccato e conservato nel Museo Nazionale di Roma, costituisce un esempio di pittura parietale che riflette quel gusto raffinato delle classi superiori risalente alla fine della Repubblica e all’inizio dell’età Augustea. La parete da dove proveniva la pittura, infatti, era decorata con un articolato sistema di finte architetture tipico del secondo Stile avanzato. L’affresco romano recava graffito il nome greco di un certo - Seleukos epoiei –che gli storici hanno inteso come la firma clandestina dell’artista autore del dipinto.La pittura, apparentemente, sembra esaltare Ino nei panni di nutrice dell’infante Bacco ma, ad un esame più attento, è indubbio appartenergli un altro ruolo, ovvero, quello di Menade. Ino, infatti, è seduta di tre quarti verso destra con il piccolo Dioniso sulle ginocchia che si appresta ad allattare ma, subito alla sua destra, figura il tirso. La scena ambientata in un giardino limitato da un atrio, in secondo piano, vede due donne di cui la prima a destra è anch’essa portatrice di tirso e, vicino ad esse, sullo sfondo a destra, compare la statua di Dioniso sulla sommità di una colonna mentre, sulla sinistra, in cima all’architrave, un Satiro seduto allunga il suo cantaro. Trattandosi di una scena in cui compaiono anche personaggi caratteristici del tiaso dionisiaco, sembra dunque appropriato tributare a Ino non solo il ruolo indiscutibile di nutrice, ma anche di Menade; d’altra parte, Ino già nell’antica mitologia greca è tacciata come Menade o Baccante insieme ad Agave sua sorella (Euripide Bacc., v. 229, Inofc08) e, fonti più tarde, oltre a menzionarla come nutrice di Dioniso, ricordano anche il suo ruolo di Baccante (Nonno Dion. vv. 275-295, Inofc32).
Claudia Terribili
Titolo dell'opera: Ino nutrice di Dioniso.
Autore: Seleucos.
Datazione: I sec. d.C.
Collocazione: Roma, Museo Nazionale Romano n° 1118 B4. (proveniente dalla Casa della Farnesina).
Committenza: presumibilmente, famiglia patrizia romana.
Tipologia: pittura parietale.
Tecnica: affresco.
Soggetto principale: a destra, Ino è seduta su di una roccia mentre allatta il piccolo Dioniso che tiene in grembo; alle spalle di Ino, sulla sommità dell’architrave, compare un satiro; all’estrema sinistra della scena si ravvisa la statua di Dioniso stante su un piedistallo; sullo sfondo, compaiono due donne stanti che osservano la scena materna.
Soggetto secondario:
Personaggi: Ino, Dioniso, Menadi, Satiro.
Attributi: Dioniso (Ino); tirso (Dioniso); tirso (Menadi); orecchie ed estremità inferiori caprine (Satiro).
Contesto: La scena ha luogo in un giardino.
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: L.I.M.C. Artemis Verlag Zurich und Munchen, 1990, Tomo V/1, p. 658 n° 2; B. Bandinelli, ROMA, L’Arte Romana nel centro del potere, 1994, fig. 123.
Bibliografia: Anne Nercessian, ad vocem Ino, in: Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Artemis Verlag Zurich und Munchen, 1990, Tomo V/1 pagg. 657-661; Bianchi Bandinelli, ROMA, L’Arte Romana nel centro del potere, 1994, p. 120, fig. 123.
Annotazioni redazionali: di qualità assai raffinata è la pittura in questione che proviene dalla Casa della Farnesina costruita fra il 30 e il 25 a.C. L’affresco, oggi staccato e conservato nel Museo Nazionale di Roma, costituisce un esempio di pittura parietale che riflette quel gusto raffinato delle classi superiori risalente alla fine della Repubblica e all’inizio dell’età Augustea. La parete da dove proveniva la pittura, infatti, era decorata con un articolato sistema di finte architetture tipico del secondo Stile avanzato. L’affresco romano recava graffito il nome greco di un certo - Seleukos epoiei –che gli storici hanno inteso come la firma clandestina dell’artista autore del dipinto.La pittura, apparentemente, sembra esaltare Ino nei panni di nutrice dell’infante Bacco ma, ad un esame più attento, è indubbio appartenergli un altro ruolo, ovvero, quello di Menade. Ino, infatti, è seduta di tre quarti verso destra con il piccolo Dioniso sulle ginocchia che si appresta ad allattare ma, subito alla sua destra, figura il tirso. La scena ambientata in un giardino limitato da un atrio, in secondo piano, vede due donne di cui la prima a destra è anch’essa portatrice di tirso e, vicino ad esse, sullo sfondo a destra, compare la statua di Dioniso sulla sommità di una colonna mentre, sulla sinistra, in cima all’architrave, un Satiro seduto allunga il suo cantaro. Trattandosi di una scena in cui compaiono anche personaggi caratteristici del tiaso dionisiaco, sembra dunque appropriato tributare a Ino non solo il ruolo indiscutibile di nutrice, ma anche di Menade; d’altra parte, Ino già nell’antica mitologia greca è tacciata come Menade o Baccante insieme ad Agave sua sorella (Euripide Bacc. v. 229) e, fonti più tarde, oltre a menzionarla come nutrice di Dioniso, ricordano anche il suo ruolo di Baccante (Nonno Dion. vv. 275-295).
Claudia Terribili