39: Giove e Danae

Titolo dell’opera: Danae

Autore: Orazio Gentileschi

Datazione: 1622-23

Collocazione: Ohio, Cleveland, The Cleveland Museum of Art

Committenza: Giovan Antonio Sauli

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela

Soggetto principale: Danae e la pioggia d’ora

Soggetto secondario: 

Personaggi: Danae, cupido

Attributi: pioggia dorata (Danae)

Contesto: scena d’interno

Precedenti: Orazio Gentileschi, Danae, 1221-23, Richard L. Feigen, New York

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Millner Kahr M., Danaë: virtuous, voluptuous, venal woman, in “The art bulletin”, 60, 1978, pp. 43-55; Santore C., Danae: the Renaissance courtesan's alter ego, in Zeitschrift für Kunstgeschichte, 54, 1991, pp. 412-427; Lissarague F., Danaé, Métamorphoses d’un myth, pp. 105-134, in Mythes grecs au figure: de l'antiquite au baroque, sous la direction de Stella Georgoudi et Jean-Pierre Vernant,  Gallimard, Parigi 1996, pp. 105-134; Christiansen K., Mann J.W., Orazio e Artemisia Gentileschi, Skira, Milano 2001, pp. 193-195

Annotazioni redazionali: Il dipinto, apparso sul mercato nel 1971, fu identificato con quello commissionato ad Orazio, nel 1621-22 ca. per Giovan Antonio Sauli, di cui si erano perse le tracce. Fu esposto nell’anno successivo in una mostra tenuta a Cleveland su “Caravaggio ed i suoi seguaci”, suscitando molto interesse fra gli studiosi. Analizzato successivamente, è stata considerato di datazione posteriore e considerata una replica, probabilmente autografo, della tela eseguita precedentemente per Sauli (Richard L. Feigen, New York), come risulta dalle numerose somiglianze. L’immagine rappresenta il momento in cui Zeus, tramutatosi in pioggia d’oro, penetra nella stanza di Danae, per soddisfare il suo amore per la fanciulla. Tutta l’ambientazione dell’episodio è preziosa e basata fondamentalmente sulle tonalità del bianco, che vanno dal candore delle lenzuola all’avorio del corpo della giovane, e sulla luminosità dell’oro, sia della coperta del letto, la cui luminosità passa via via ad una tonalità verde oliva, sia delle monete che scendono trasversalmente dall’alto della tela e della rete preziosa, sulla quale poggia il materasso rosso. Questi colori sono resi ancora più brillanti dal fondo scuro delle tende. La fanciulla è stesa sul letto, che occupa orizzontalmente tutto lo spazio, in cui le coltri appaiono disordinate e lasciano intravedere il materasso sottostante. Il suo atteggiamento è proteso verso la pioggia che le cade sul corpo, con un’espressione meravigliata, ma non preoccupata, né ancora particolarmente sollecitata sul piano sessuale. Il braccio destro è alzato trasversalmente, con la mano aperta, non per prendere con avidità le monete, ma quasi ad indicare l’accettazione della volontà di Zeus. Il tono dell’immagine è pervaso da pacatezza ed equilibrio e, per accentuare quest’atmosfera, Orazio Gentileschi ha posto come seconda figura, dietro il letto di Danae, non la nutrice avida, ma Eros, in un’immagine luminosa, in cui il piccolo dio si slancia con le mani alzate, afferrando il tendaggio, per non cadere, mentre il suo corpo è proteso all’indietro. E’ un atteggiamento molto spontaneo, che denota un senso di curiosità verso quelle piccole cose luminose che scendono dal cielo. Le ali aperte incorniciano i riccioli dei suoi capelli, mentre quella stessa luce, che illumina il corpo di Danae, ravviva anche la sua pelle, dandole il colore dell’ambra.

Giulia Masone