
Titolo dell’opera: Giove e Danae
Autore: Joachim Wtewael
Datazione: 1606-1610
Collocazione: Monaco, Statiche Graphische Sammlung
Committenza:
Tipologia: disegno
Tecnica: penna, inchiostro marrone con acquerello grigio su carta(19,8 x 130,3 cm)
Soggetto principale: Giove scende su Danae sotto la forma di una pioggia di monete d’oro
Soggetto secondario: una serva guarda stupita in alto; tre amorini sollevano la tenda del baldacchino del letto
Personaggi: Danae, Giove, tre amorini, la nutrice
Attributi: velo (Danae); aquila, monete d’oro (Giove)
Contesto: interno di abitazione
Precedenti:
Derivazioni:
Immagine: www.kfki.hu
Bibliografia: Lowenthal, A., Joachim Wtewael and Dutch Mannerism, Davaco Publishers, Groningen, 1986, pp. 130-131; Davidson Reid, J. – Rohmann, C., The Oxford Guide to Classical Mythology in the Arts, 1300-1990, New York- Oxford, 1993, p. 320
Annotazioni redazionali: Il disegno ha un formato orizzontale e una differente composizione rispetto al dipinto di Wtewael con il medesimo soggetto (Cfr. scheda opera 36); forse rappresenta una prima idea, poi modificata, per il dipinto del Louvre. Danae è distesa sul suo letto con il braccio sinistro alzato sopra la testa per ripararsi dalla forte luce che viene dall’alto. Ella guarda verso Giove che, diversamente dalla tradizione classica (eccezion fatta per gli affreschi pompeiani – Cfr. scheda opera 12 e scheda opera 13) e dai principali esempi rinascimentali, non è raffigurato sotto forma di pioggia d’oro ma in carne ed ossa, con in mano una sacca con dei soldi. Per dei precedenti di questo tipo ricordiamo il dipinto di Tiziano conservato ad Alessandria (Cfr. scheda opera 28) e una maiolica urbinate (Cfr. scheda opera 31). Il particolare sarà poi ripreso e portato alle sue estreme conseguenze tanto da Wtewael stesso nel dipinto del Louvre (Cfr. scheda opera 36), tanto dal dipinto di Rubens conservato a Boston (Cfr. scheda opera 40). A sinistra la vecchia nutrice assiste alla scena miracolosa con grande sorpresa. Sono presenti due cani, simbolo di fedeltà. Il letto a baldacchino è sormontato da tendaggi che tre amorini alzano, quasi a scoprire le bellezze di Danae. Particolare il fatto che la stanza in cui è ambientata la scena non è chiusa e impenetrabile come vorrebbe il mito e come si trova nelle raffigurazioni precedenti, ma presenti una porta che dà su delle scale.
Anna Cola
Chiara Mataloni