34: Giove e Danae

Titolo dell’opera:

Autore: Hendrick Goltzius

Datazione: 1603

Collocazione: Los Angeles,Los Angeles County Museum of Art

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela

Soggetto principale: Danae e la pioggia d’oro

Soggetto secondario:

Personaggi: Danae, vecchia ancella, Mercurio, Giove, puttini

Attributi: nudità (Danae); coppa d’oro (vecchia ancella); elmo alato, caduceo (Mercurio); aquila, saetta, pioggia d’oro (Giove); ali (puttini)

Contesto: scena d’interno

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Brown C., Dutch Paintings from America. The Hague and San Francisco, in “The Burlington magazine”, vol. 133, n° 1057, 1991, pp. 282-283; Satore C., Danae: The Renaissance Courtesan’s Alter Ego, in “Zeitschrift für Kunstgeschichte”, H 3, 1991, pp. 424-426;Sluijter E.J., Emulating sensual beauty: representations of Danaë from Gossaert to Rembrandt, in “Simiolus”, 27, 1999, pp. 26-39

Annotazioni redazionali: Il quadro, realizzato da Goltzius nel 1603, fu descritto da Van Mander quando faceva parte della collezione di Bartholomeus Ferreris a Leida. Attualmente è conservato al Los Angeles County Museum of Art. Al centro della scena si trova Danae, nuda, addormentata su di un letto coperto da lenzuola candide, secondo la tipologia delle Veneri tizianesche. Al di sopra della sua testa, due puttini scostano un tendaggio rosso per svelare la donna. Altri due puttini si trovano nella zona opposta della tela; uno di essi sta trasportando dei sacchetti pieni di monete d’oro. La vecchia ancella è colta nell’atto di svegliare Danae ed ha in mano una coppa dorata. Accanto a lei Mercurio, con i suoi tradizionali attributi, osserva la scena mentre con il caduceo indica in direzione di Giove, presente attraverso tutti i suoi attributi. Il re degli dei è infatti rappresentato sotto forma di aquila, in una zampa una saetta, e contornato da diversi fulmini; da questi ultimi scende una pioggia d’oro, quasi un pulviscolo, in direzione di Danae. Goltzius sottolinea l’aspetto sensuale e venale del mito di Danae, come è evidente dai numerosi oggetti d’oro disposti intorno al letto della donna, primo fra tutti un forziere ricolmo d’oro e numerose monete sparse sul pavimento, secondo la concezione del mito per la quale la virtù femminile è corruttibile per mezzo dell’oro. Inoltre il puttino che trasporta sacchi di denaro allude all’avvenuto pagamento, ma è anche un’ambigua allusione alla lussuria maschile. Questo aspetto è sottolineato anche dalla presenza della vecchia che, per la sua età, simboleggia la caducità dei desideri terreni. Inoltre ella è spesso rappresentata come compagna delle prostitute nei dipinti del XVI e XVII secolo. La figura di Mercurio non è tradizionale nella rappresentazione del mito ed è stata interpretata alla luce delle caratteristiche del dio. Infatti egli è presente sia in quanto divinità protettrice dei commerci, ma anche in quanto dio dell’eloquenza e protettore delle arti. Nella scena egli agevola l’azione di Giove e con il caduceo indica l’aquila divina. Quest’ultima, secondo Sluijter, è simbolo del senso della vista e l’intera composizione deve essere interpretata come una metafora del desiderio dell’amatore d’arte di acquistare il dipinto la cui bellezza è simboleggiata metaforicamente dalla bellezza di Danae che aveva persuaso Giove a fare di tutto per averla. Per questo motivo, secondo lo studioso, la firma di Goltzius è posta sul cofanetto contenente le monete d’oro, a sottolineare che il pittore è colui che guadagna.

Silvia Trisciuzzi