Titolo dell’opera: Giove e Danae
Autore: anonimo maestro urbinate della metà del XVI sec.
Datazione: 1550-1560
Collocazione: Pesaro, Musei Civici
Committenza:
Tipologia: maiolica
Tecnica: coppa istoriata (diametro 23,5 cm)
Soggetto principale: Danae visitata da Giove
Soggetto secondario:
Personaggi: Danae, Giove, Eros
Attributi: pioggia d’oro (Danae); aquila (Zeus); ali (Eros)
Contesto: scena all’aperto
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: www.museicivicipesaro.it
Bibliografia: Sciava R., Catalogo illustrato delle maioliche del museo di Pesaro, Ed. A. Federici, Pesaro 1926; Maioliche del Museo civico di Pesaro, a cura di Mancini Della Chiara M., Regione Marche, Ancona 1979, fig. 316; Gentilini A.R.–Ravanelli Guidotti C., Libri a stampa e maioliche istoriate del XV secolo, Faenza Editrice, Faenza 1989; Campologno E., I miti ovidiani nella ceramica istoriata del XVI secolo, in Problemi teorici e Proposte iconologiche. Il mito di Diana nella cultura umanistica, Il Bagatto, Roma 1991, pp. 81-98; Pesaro: Museo delle ceramiche, a cura di Giardini C., Calderini, Bologna 1996, p. 66, fig. 175; Vossilla F., Maioliche urbinati dai Fontana ai Patanazzi, in La maiolica italiana del Cinquecento, a cura di Bojani G.C., 2001, pp. 92-102
Annotazioni redazionali: la coppa di manifattura urbinate proviene, insieme alle altre ceramiche del museo, dalla collezione di maioliche rinascimentali del cavaliere Domenico Mazza, acquisite nel 1857. Diversamente rispetto al racconto ovidiano, la scena si svolge all’aperto: quest’incoerenza può essere spiegata sia attraverso la tradizione delle maioliche istoriate, sia attribuendo all’autore il desiderio di voler spiegare la provenienza celeste delle monete. Giove è raffigurato in alto tra le nubi, mentre lascia scendere una pioggia di monete d’oro verso il basso, dove ad accoglierla troviamo Danae accompagnata da un amorino. Sulla destra è raffigurata l’aquila, attributo di Giove, in una posa quasi araldica. È interessante notare che ritornano molti degli elementi iconografici presenti negli affreschi pompeiani: la duplicazione della figura di Giove e la presenza dell’amorino (Cfr. scheda opera 13).
Chiara Mataloni