Titolo dell'opera: Danae e la pioggia d’oro
Autore: Francesco Primaticcio, detto il Bologna
Datazione: 1542
Collocazione: Chantilly, Musée Condé, Cabinet des dessins
Committenza: Francesco I
Tipologia: disegno
Tecnica: penna, inchiostro bruno, guazzo bianco parzialmente ossidato (22,8 x 30,6 cm)
Soggetto principale: unione di Giove e Danae
Soggetto secondario: un amorino sul letto è proteso verso la vecchia ancella di Danae; un altro raccoglie le monete cadute sotto il letto
Personaggi: Danae, Zeus, vecchia ancella, due amorini
Attributi: pioggia d’oro (Zeus, Danae)
Contesto: interno
Precedenti:
Derivazioni: Francesco Primaticcio e aiuti, Danae, affresco, Fontainebleau, Galleria di Francesco I, 1533-40 ca. (http://www.artunframed.com/images/compressed/compressed5/primaticcio.jpg);
Maître LD (Léon Davent), Danae, incisione a bulino, Leida, Prentenkabinet von de Universiteit Leiden
Immagini:www.culture.gouv.fr/documentation/joconde/fr/decouvrir/expositions/ovide/theme_ovide.htm
Bibliografia: Dimier L., Le Primatice, Parigi 1928; Beguin S., La Galerie François I au Chateau de Fontainebleau, in “Revue de l’Art”, 16-17, 1972, pp. 165-167; Kahr M.M., Danae: virtuous, voluptuous, venal woman, in “The Art Bulletin”, vol. LX, marzo 1978, n. 1, pp. 44-55; Rigogliosi G., Greci e Barbari nel teatro di Eschilo, in “Il Nuovo Areopago”, 1, 1982, pp. 152-161; Panofsky E., Tiziano. Problemi d’iconografia, Marsilio, Venezia 1992; Davidson Reid J., The Oxford guide to classical mythology in the arts, 1300-1990s, Oxford-New York 1993; Krauss H. – Uthemann E., Quel che i quadri raccontano, Longanesi, Milano 1994, pp. 18-19; Barman L., The gods made flesh. Metamorphoses and pursuit of paganism, Londra 1996, pp. 189-198; Lissarague F., Danaé, metamorphoses d’une mythe, in Mythes Grecs au figuré de l’antiquité au Baroque, a cura di Georgoudi S., Vernant J.P., Gallimard, Parigi 1996, pp. 105-134; Kerényi K, Gli Eroi della Grecia, Milano 1997, pp. 56-60; Dessins italiens du Musee Conde a Chantilly, III : Vénetie, Lombardie, Piémont, Emilie, XV-XVI siècle, Reunion des musees nationaux, Parigi 1998, pp. 117-120;
Annotazioni redazionali: il soggetto di questo disegno fu identificato nel 1900 da Louis Dimier; già precedentemente era stato attribuito al Primaticcio, per la presenza dell’autografo “Bologne” e per alcuni tratti stilistici. Si tratta di un modello per l’affresco con il medesimo soggetto nella Galleria di Francesco I a Fontainebleau, realizzato tra il 1533 e il 1534, un tempo attribuito direttamente al Primaticcio, oggi a un aiuto; la prima a mettere in dubbio l’attribuzione tradizionale fu Dorothée Rondorf (1967), che sottolineò delle differenze evidenti tra il disegno e l’affresco, specie nella resa dello spazio (nell’affresco le colonne sono più alte e sottili, sullo sfondo è visibile una nicchia con una statua - http://www.artunframed.com/images/compressed/compressed5/primaticcio.jpg). L’affresco, parte di un ciclo dedicato al committente, era situato al centro della Galleria di Francesco I, fronteggiato da un altro ovale con la raffigurazione del mito di Giove e Semele. La critica tende a vedere nelle illustrazioni di questi due amori di Giove un’allusione agli amori del sovrano. Silvie Beguin (1972) propone d’identificare Danae con Eleonora d’Austria, sorella di Carlo V, che Francesco I sposa nel 1530 in seconde nozze. Panofsky (1969) e Kahr (1978) sostengono che l’affresco in questione sia andato perduto durante un incendio e che ci sia stato trasmesso da un’incisione di Léonard Thiry e da un arazzo conservato al Kunthistorische Museum di Vienna. La scena è ambientata all’interno di una stanza (a seconda delle tradizioni si tratta o di una torre o di un sotterraneo in bronzo) con colonne classiche poggianti su alti basamenti. Danae è adagiata su un letto disfatto su cui sono poggiati alcuni cuscini; Zeus, trasformatosi in una pioggia di monete d’oro, penetra nella stanza in cui la giovane è rinchiusa unendosi a lei. L’amorino sul letto è rivolto verso la vecchia ancella, che tiene stretto un vaso in cui probabilmente ha raccolto alcune monete d’oro; un altro amorino è parzialmente visibile dietro il letto, chino come se stesse raccogliendo altre monete. Secondo Panofsky la Danae di Primaticcio è assimilabile alla Leda del Michelangelo (1530) conservata alla National Gallery di Londra: la posizione delle due figure è molto simile (semisdraiate, gamba sinistra piegata). Primaticcio potrebbe aver visto l’opera di Michelangelo (che per vie traverse era arrivata a Fontainebleau) o una copia di mano del Rosso Fiorentino. Altri studiosi hanno notato delle analogie anche con l’Adamo della Creazione della Cappella Sistina e con la Notte della tomba di Giulio II.
Chiara Mataloni