20: Giove e Danae

Titolo dell'opera:

Autore:

Datazione: 1497-1498

Collocazione: Francesco Colonna, Hypnerotomachia Poliphili, Aldo Manuzio, Venezia 1499

Committenza:

Tipologia: incisione

Tecnica: xilografia

Soggetto principale: Acrisio interroga l’oracolo

Soggetto secondario: sul fondo Acrisio fa costruire la torre; in primo piano Acrisio dà ordini alle guardie che devono sorvegliare la figlia Danae rinchiusa nella torre

Personaggi: Acrisio, Danae

Attributi: corona (Acrisio); torre (Danae)

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Pozzi G., Ciapponi L.A., La cultura figurativa di Francesco Colonna e l'arte veneta, in Umanesimo europeo e Umanesimo veneto, a cura di Branca V., Sansoni, Firenze 1964, pp. 317-336; Calvesi M., Identificato l'autore del "Polifilo", in "Europa Letteraria", n. 35, 1965, pp. 1-14; Parronchi A., Lo xilografo della Hypnerotomachia Poliphili: Pietro Paolo Agabiti?, in "La Prospettiva", 33-36, 1983-84, pp. 101-111; Pozzi G., Il “Polifilo” nella storia del libro illustrato veneziano, in Sull’orlo del visibile parlare, Adelphi, Milano 1993; Calvesi M., La Pugna d’Amore in sogno di Francesco Colonna romano, Lithos, Roma 1996; Francesco Colonna, Hypnerotomachia Poliphili, a cura di Ariani M., Grabriele M., Adelphi, Milano 1998; Urbini S., Il Polifilo e gli altri libri figurati sul finire del Quattrocento, inVerso il Polifilo, 1499-1999, catalogo della mostra tenuta a San Donà di Piave, a cura di Casagrande D., Scarsella A., Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia 1998, pp. 49-78; Un libro in mostra. L’Hypnerotomachia Poliphili, cioè la Pugna d’Amore in sogno, a cura di Tavoni M.G., La Spezia 2001

Annotazioni redazionali: L’Hypnerotomachia Poliphili, romanzo allegorico anonimo, fu pubblicata nel 1499 dal tipografo veneziano Aldo Manuzio, in un’edizione molto preziosa corredata da 172 xilografie. Un acrostico contenuto nel testo indicherebbe l'autore dell'opera in Francesco Colonna, un frate domenicano; infatti, dalle iniziali dei 38 capitoli si ricava "poliam frater franciscus columna peramavit", "Frate Francesco Colonna amò moltissimo Polia". Il racconto descrive il sogno di una lotta d'amore dell'amante di Polia. Si tratta di un viaggio iniziatico che ha per tema centrale la ricerca della donna amata, metafora di una trasformazione interiore alla ricerca dell'amore platonico. In realtà la trama, ispirata alla letteratura medievale, appare più un pretesto per degli esperimenti linguistici. Nell’opera Polifilo incontra delle processioni trionfali illustrate dagli amori di Giove per quattro donne mortali, Europa, Leda, Danae e Semele. Questa la descrizione di una delle tavole che decoravano il carro del trionfo di Danae:

Seguiva il terzo, divino carro trionfale con quattro mobili ruote simili in ogni particolare a quelle precedenti (…). Le sue lastre, applicate intorno nel modo suddetto, erano di verde eliotropia di Cipro punteggiata di minute gocce sanguigne, che dà potere sugli astri celesti, rende invisibile chi la porta e dona la divinazione. La tavola di destra raffigurava la seguente scena scolpita: un uomo eminente, di regale maestà, in un sacro tempio chiedeva al divino simulacro ciò che sarebbe accaduto alla sua stupenda figlia. Il padre, appreso che a causa sua sarebbe stato scacciato dal regno, affinché non rimanesse incinta di nessuno, innalzò un’altissima torre, una costruzione inaccessibile, e ve la fece rinchiudere sotto stretta custodia. Là dentro, sedendo oziosa, con estremo piacere vedeva piovere gocce d’oro nel grembo virginale. (…)

L’incisione che illustra la scena segue in maniera fedele il testo: in primo piano a sinistra il re consulta l’oracolo; la scena continua sulla destra dove si vede sullo sfondo il re che ordina la costruzione della torre; al centro il re Acrisio parla con una guardia, simbolo della prigionia della fanciulla, che infatti è raffigurata nella torre già edificata. Per la descrizione dell’incisione con il trionfo di Danae si veda la scheda opera 21.

Chiara Mataloni