12: Giove e Danae

Titolo dell'opera: Danae e la pioggia d’oro

Autore: Anonimo pittore pompeiano del I sec. d.C.

Datazione: 70-79 d.C.

Collocazione: Pompei, Casa della Regina Margherita

Committenza:

Tipologia: pittura murale

Tecnica: affresco

Soggetto principale: Danae riceva la pioggia d’oro alla presenza di Giove

Soggetto secondario:

Personaggi: Danae, Giove

Attributi: pioggia d’oro (Giove)

Contesto: camera da letto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Cook A.B., Zeus: a study in ancient religion, Cambridge University press, 1940, vol. III, I, p. 463-465, fig. 299; Maffre J.J., ad vocem Danae, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Verlag, Zurigo-Monaco, 1990, III, 1, pp. 328; III, 2, p. 245; AA.VV, Pompei pitture e mosaici, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani 1998, vol. III pag. 773, 782, fig. 12

Annotazioni redazionali: In epoca romana la rappresentazione di Danae e la pioggia d’oro è molto diffusa nella pittura murale come testimoniano gli esempi di Pompei. L’iconografia di Danae è più o meno sempre la stessa: raffigurata a figura intera, vestita di panni leggeri e sandali, seduta o in piedi, nell'atto di accogliere nel proprio manto la pioggia d'oro, o di ricevere l'acqua versata da un amorino, alla presenza di Giove o di un suo attributo (di solito il fulmine). La casa in cui si trova questo affresco, che prende nome da Margherita di Savoia, regina d’Italia, presente alle prime fasi dello scavo, fu messa in luce nel corso della seconda metà del 1883. Il terzo triclinio è l’ambiente meglio conservato. La zona mediana della parete Nord si articola in un’edicola centrale con soffitto timpanato a cassettoni visti di scorcio entro la quale è la scena con Giove e Danae. In un riquadro architettonico che evoca una camera, Danae è seduta su un letto, ha un nastro dorato tra i capelli, una fascia intorno al petto, e un hymation avvolto sulle gambe che solleva con entrambe le mani per raccogliere la pioggia divina. Accanto a lei sullo stesso letto, siede un giovane Giove con una ghirlanda d’alloro, un lungo scettro, un hymation rosso violaceo (simbolo reale); in maniera poco logica lui non guarda Danae e lei non guarda lui. Questo raddoppiamento della presenza del dio (ancora più evidente rispetto all’espediente usato nella Casa della Caccia antica – Cfr. scheda opera 11) potrebbe sorprendere, ma si può pensare sia che l’artista abbia contaminato due momenti successivi (caduta della pioggia d’oro e successiva trasformazione di Giove), sia che abbia raffigurato due volte il dio per rendere la scena più completa ed esplicita. Le figure sono sproporzionate, con membra disarmoniche.

Valentina Leonardi

Chiara Mataloni

Daphne Piras