01: Giove e Danae

Titolo dell'opera: Danae e la pioggia d’oro

Autore: Triptolemos

Datazione: 490-480 a.C.

Collocazione: San Pietroburgo, Museo dell’Ermitage (proveniente da Cerveteri)

Committenza:

Tipologia: vaso attico

Tecnica: cratere a calice a figure rosse

Soggetto principale: Danae e la pioggia d’oro

Soggetto secondario:

Personaggi: Danae, pioggia d’oro (Zeus)

Attributi: pioggia d’oro (Zeus)

Contesto: interno

Immagini: http://www.beazley.ox.ac.uk/CGPrograms/Dict/ASP/OpenDictionaryBody.asp?name=Danae

Bibliografia: Overbeck J.A., Greichische Kunstmythologie, Leipzig, verlag von Wilhelm Engelmann, 1871, Erster Buch: Zeus, p. 406-407; Cook A.B., Zeus: a study in ancient religion, Cambridge University press, 1940, vol. III, I, p. 456-458; Beazley J.D., Attic red-figure vase-painters, Oxford, 1942, I, p. 360; II, p.1648; Papaspyrydi–Karouzou S., Sur un miroir du Musèe Britannique, in « Bulletin de correspondance hellénique », 1946, 70, pp. 439; Vermeule C., Greek vases in Boston: important recent acquisitions, in “The Burlington Magazines”, settembre 1970, p. 628; Regoliosi G., Greci e barbari nel teatro di Eschilo, in “Il Nuovo Areopago”, anno 1 numero 1, 1982, pp. 152-161; Maffre J.J., ad vocem Danae, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Verlag, Zurigo-Monaco, 1990, III, 1, p. 327; III, 2, p. 243; Ruck A.P., Staples D., The world of classical myth: gods and goddesses, heroines and heroes, Durham, 1994, pp.138, 143-161; Lissarague F., Danaé, Métamorphoses d’un myth , in Mythes grecs au figure: de l'antiquite au baroque, sous la direction de Georgoudi S. et Vernant J.P., Paris, Gallimard, 1996, pp. 105-134

Annotazioni redazionali: è il vaso più antico oggi conosciuto con una raffigurazione di Danae, collocabile all’inizio del V sec. a.C., periodo in cui i contatti tra Atene e la Persia potrebbero aver destato negli ateniesi un interesse nella storia di Perseo, da cui i Persiani affermavano di provenire. Nei Persiani di Eschilo, notiamo il ricorrere del tema dell'oro come caratteristica nazionale: ai vv. 79-80 Serse è definito "di stirpe figlia dell'oro", con un nettissimo riferimento alla nascita miracolosa di Perseo. In generale, l’introduzione del mito nella pittura vascolare di V secolo si può mettere in rapporto con alcune tragedie perdute che mettevano in scena la vicenda di Danae, come i Diktyoulkoi di Eschilo, la Danae e l’Acrisio di Sofocle, o la Danae e il Diktys di Euripide. Questo cratere attico è decorato su ciascuna delle due facce da un episodio della storia di Danae: l’unione tra Danae e Zeus e la cacciata di Danae e il piccolo Perseo per volere di Acrisio, che li fa rinchiudere in una cassa e li getta in mare. La giustapposizione delle due scene è eccezionale, non ritrovandosi altrove; inoltre, l’accostamento sottolinea l’importanza della reclusione nella vicenda della fanciulla, che viene segregata dal padre per ben due volte, una prima volta in una torre, una seconda nella cassa insieme al figlio. Danae, identificata da un’iscrizione dipinta sulla destra del viso, vestita di un chitone e di un hymation drappeggiato sulle anche, è seduta su una klinè. È leggermente inclinata indietro, i piedi poggiano su uno sgabello basso, la testa è sollevata per guardare la pioggia d’oro (le gocce sono rese attraverso piccoli tratti di lumeggiature rosse); sembra interdetta per il fenomeno che si sta verificando, rimane impietrita, con le due braccia sollevate per acconciarsi la fascia. È questo l’unico esempio in cui Danae mantiene un atteggiamento passivo rispetto alla manifestazione divina. Sullo sfondo sono sospesi uno specchio e una cécryphale (cuffia per i capelli).

Valentina Leonardi

Chiara Mataloni

Daphne Piras