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GIOVANNI BOCCACCIO, Genealogie Deorum Gentilium, II, f. 36v e 37r

Testo tratto da: http://www.bivionline.it/it/1547GeneologiadegliDeiTOC_authors.html

 

Acrisio figliolo d'Abante, che generò Danae madre di Perseo.

Acrisio fu figliuolo d'Abante, come dice Lattantio, et secondo che scrive Eusebio nel libro dei Tempi successe nel reame al fratello Proeto. Questi, sì come afferma l'istesso Lattantio, né da ciò discorda Servio, havendo una sola figliuola chiamata Danae, et essendoli stato rivellato che per le mani di colui che era per nascere dalla figliuola havea a morire, per fuggire l'annuntiatagli morte la fece rinchiudere in una certa torre et ivi guardare, accioché alcun huomo a lei potesse andare. Avenne adunque che, sparsa la fama della sua bellezza, Giove s'inamorasse di quella; il quale non veggendo altra via per poter andare a lei, cangiatosi in pioggia d'oro per li coppi del tetto lasciò cadersi nel grembo di lei, et così la impregnò. Il che sopportando malamente Acrisio, la fece pigliare; et messala in una cassa, comandò che fosse gittata in mare. La qual cosa essequita dai ministri, fino nel lito di Puglia la cassa fu gittata, et per caso da un pescatore pigliata. La quale aperta, et ritrovatavi Danae et un picciolo figliuolo da lui partorito, la portò al Re Pilunno; il quale conoscendo la natione di lei et la patria, volentieri se la tolse per moglie. Ma il figliuolo di lei, nomato Perseo, cresciuto già in età, et havendo già tagliato il capo a Medusa Gorgone, venendo in Argo trasmutò Acrisio in sasso. La qual premutatione secondo Eusebio significa che, havendo regnato appresso Argivi Acrisio trent'un anno, da Perseo suo nipote non volontariamente però fu amazzato et converso in sasso, cioè in frigidezza perpetua. Quello che ci resta sopra tale fittione, dichiareremo dove si parla di Danae.

 

Danae figliuola d’Acrisio.

Danae, sì come s'è detto di sopra, gittata dal padre nel mare pregna, essendo cacciata da quello sul lito di Puglia, si maritò in Pilunno Re di Puglia. Et indi passati dai Rutuli, et edificata ivi la città d'Ardea, partorì a Pilunno Dauno. Ma quello che di sopra habbiamo lasciato parmi hora da esporre, cioè Giove essersi trasformato in pioggia d'oro et per lo tetto essere caduto in grembo a Danae; onde

credo doversi intendere la pudicitia della vergine essere stata corrotta con oro. Et non essendo conceduto all'adultero potervi entrare per la porta, quello esservi andato per lo tetto segretamente, et poi esserrsi locato nella camera della donzella. Nondimeno Thodontio dice che, essendo Danae amata da Giove, et sapendo che per tema del padre era condennata a perpetua prigionia, affine di poter scampare et pigliar la fuga, segretamente con Giove fece mercato del prezzo del suo congiungimento. Onde apparecchiata una nave, con quelle ricchezze ch'ella puotè pigliare, essendo pregna di Giove si diede fuggire.