12: Ermafrodito e Salmace

Titolo dell'opera: Ermafrodito e Panisco

Autore:

Datazione: I sec. d.C

Collocazione: Napoli, Museo Nazionale, proveniente da Pompei, Casa di Meleagro, cubicolo

Committenza:

Tipologia: dipinto parietale

Tecnica: affresco, IV stile pompeiano (40-79 d.C.)

Soggetto principale: Ermafrodito e Panisco

Soggetto secondario:

Personaggi: Ermafrodito, Panisco

Attributi: braccia alzate, crocchia, drappo, mostra genitali, nudità, tirso, seno (Ermafrodito); corna, semicapro, si ritrae (Pan)

Contesto: case, alberi sullo sfondo

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae (LIMC), Artemis Verlag, Zurigo-Monaco 1990, vol. V, p. 280; AA.VV, Pompei pitture e mosaici, Istituto della Enciclopedia ItalianaTreccani, Roma 1993, vol. IV, p. 692

Annotazioni redazionali: La casa di Meleagro, da dove proviene l'affresco, è situata quasi al termine della Via di Mercurio, non lontano dalle mura, in una zona, che ha conservato fino alla fine della vita della città il carattere di zona residenziale occupata da case di alto livello. Essa si compone di una serie di nuclei giustapposti, quello costituito dagli ambienti che circondano l'atrio tuscanico, quello costituito dagli ambienti che si affacciano sul lato E dello scenografico peristilio e il nucleo dei retrostanti ambienti di servizioaccessibili anche dall'ingresso postico, al n 13. I due nuclei principali hanno ricevuto un diverso trattamento per quanto riguarda la decorazione pavimentale: gli ambienti intorno all'atrio hanno infatti conservato fino alla fine i pavimenti di cocciopesto con ornati di tessere bianche, databili ad età repubblicana, mentre gli ambienti che si affacciano sul lato e del peristilio sono stati unitariamente decorati a mosaico bianco e nero, in un momento che sarà evidentemente coevo a quello della decorazione in IV stile delle pareti. Quest'ultima è stata eseguita certamente in un'unica fase, databile agli anni posteriori al terremoto del 62 d.C, ed è caratterizzata dalle presenza di figure umane nello zoccolo, dall'abbondanza dei quadri figurati, dall'uso esteso del non comune colore azzurro, tutti elementi che dimostrano la volontà di creare una composizione di grande effetto. (Treccani, 1993, pag. 660)

Anna Gentili