09: Ermafrodito e Salmace

Titolo dell'opera: Ermafrodito con Sileno e Menade

Autore:

Datazione: I sec. d.C.

Collocazione: Napoli, Museo Nazionale, proveniente da Pompei, Casa di M. Edipus Sabinus, tablino (h) parete (e) (REG. IX, INS. 1,22)

Committenza:

Tipologia: dipinto parietale (50 x 50 cm)

Tecnica: affresco IV stile pompeiano (40-79 d.C)

Soggetto principale: Ermafrodito, Menade, Sileno

Soggetto secondario:

Personaggi: Ermafrodito, Menade, Sileno

Attributi: crocchia, drappo rosso, itifallico, nudità, sgabello, (Ermafrodito); kantaros, timpano, tirso (Menade); barba, carnagione rubizza, guarda Ermafrodito (Sileno)

Contesto: altare, paesaggio sullo sfondo

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: AA.VV, Pompei pitture e mosaici, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, Roma 1998, vol. VIII, p. 973

Annotazioni redazionali: L'affresco venne staccato e inserito nella collezione pornografica del Museo Nazionale di Napoli per la raffigurazione di un Ermafrodito itifallico, che seduto su uno sgabello presso un altare, solleva con mano destra un lembo del manto e con l'altra mano si aggrappa alla barba del vecchio Sileno che gli sta alle spalle e si china a guardarlo. Una Menade con tirso e timpano, solleva un kantharos forse per offrire il satyrion al giovane androgino. Il rosso cupo del mantello contro cui risalta il biancore delle carni di Ermafrodito, e l'espressione di libidinosa cupidigia del satiro dalla carnagione rubizza, si ritrovano nella identica composizione della Casa dei Vettii dalla quale per mancanza di spazio fu tolta la Menade, cui allude il tirso poggiato accanto a Ermafrodito. (Treccani, 1980, p. 973).

Anna Gentili