05: Ermafrodito e Salmace

Titolo dell'opera: Ermafrodito sdraiato con eroti.

Autore: Sostratos (?), attivo ad Alessandria d'Egitto nel 21 a.C. ca.

Datazione: I sec a.C.

Collocazione: Firenze, Museo Archeologico

Committenza: proveniente dalla collezione Medici; era forse di proprietà di Leopoldo Medici.

Tipologia: cammeo in onice, bianco, compatto sopra fondo cristallino; cornice d'oro smaltato a colori anche nel rovescio, con quattro smeraldi e quattro granati ad una maglia (3,6 x 3 cm)

Tecnica:

Soggetto principale: Ermafrodito.

Soggetto secondario:

Personaggi: Ermafrodito, tre amorini.

Attributi: cetra, flabello, siringa (amorini); crocchia, doppie armille, drappo, poggia il capo sul braccio sinistro, roccia ricoperta con pelle di leone, sandali, seminudo (Ermafrodito).

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Giuliano A., I cammei della Collezione Medicea nel Museo Archeologico di Firenze, De Luca, Roma 1989, pp. 146-147; Tondo L. - Vanni F.R., Le gemme dei Medici e dei Lorena nel Museo Archeologico di Firenze, Unoaerre Italia, Firenze 1990, p. 37; Cieri Via C. (a cura di), Immagini degli dei, mitologia e collezionismo tra '500 e '600, Leonardo Arte, Lecce 1996, p. 276;

Annotazioni redazionali: Il cammeo risulta descritto per la prima volta nell' inventario della Collezione Medici redatto nel 1676. Nel 1966 la Vollenweider attribuì l'opera all'incisore Sostratos attivo intorno al 21 a.C. ad Alessandria d' Egitto, da dove peraltro proviene la Tazza Farnese, anch'essa di proprietà dei Medici. Di notevole interresse è l'indagine che la studiosa fa confrontando il cammeo con una serie di raffigurazioni, sempre dello stesso autore, di Antonio e Cleopatra rappresentati come divinità, in particolare Antonio come Bacco e Cleopatra come Afrodite. Nel cammeo dunque si avrebbe l'identificazione di Cleopatra-Afrodite, raffigurata però nelle vesti di Ermafrodito che ricorderebbe, come testimonia Plutarco, Anth. 26, l'aspetto assunto dalla regina mentre risaliva il fiume Cidno per incontrare Antonio: " acconciata come Aphroditi [...] e, una frotta di [...] Amori [...] ritti ai due lati che facevano vento [...]". Diversa è la datazione proposta da Luigi Tondo (1990) che posticipa la data di esecuzione al III sec. d.C. La montatura, sempre su indicazione dello studioso, reca l'immagine della chiocciola che nel 500 fu spesso usata come "impresa" da dame, come per esempio F. Spannocchi Segardi, e talvolta come impresa accademica, come nel caso di Scipione Bargagli.

                                                                                            Anna Gentili