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sec. XVI d.C

NICCOLO DEGLI AGOSTINI, LOvidio Metamorphoseos composto per Nicolo Agustini, et stampato in Venetia per Iacomo da Leco ad istantia de Nicolo Zoppino et Vincentio di Pollo suo compagno. Correnti gli anni del Signore MDXXII a giorni sette di Magio regnante lo Inclito Principe messer Antonio Grimani., libro IV, foglio 38-39

 

Mercurio hebbe di Venus un figluolo

ch' un altro mai ne fu di lui più bello

si che da larto, a lantartico polo

si potea sopra i belli lodar ello

e li fur posti dui nomi in un solo

c'hermophrodito fu chiamato quello

ch'i lingua greca vuol per più suo augurio

dir solamente Venus e Mercurio

 

Giove taglio i testicoli a Saturno

come si leggie, e li gietto nel mare

li quali come alquanto in laqua furno

di lor shebbe una schiuma a generare

di laqual Venus dal bel viso eburno

nacque, et fu dopo data a notricare

fin quindeci anni a le saggie Naiade

e dopo cercar vuolse altre contrade

 

Cosi la diva colma di bellezza

lasso lindia circando novi fiumi

e venne a una citta di magnia altezza

detta memete con soi sachri lumi

daposcia in libbia al caldo sol avezza

priva di giente, et de li human costumi

ne la qual se ridusse adun boschetto

per voler habitarlo a suo diletto

 

Era in quel bosco una chiara fontana

ne laqual una nimpha c'havea nome

Salmace, bella piu che cosa humana

se vageggiava le dorate chiome

et habitava in quella parte strana

poco curando daltre humane forme

si saggia, si leggiadra, e si modesta

che da diana fu molto richiesta.

 

Che volesse imparar adoprar larco

e gir per boschi con sue Nimphe a caccia

sequendo fiere in ogni strano varco

mostrando la virtu delle sue braccia

ma lei c'haveva daltro penser carco

il cor gientile, con pudica faccia

li rispondea chaltro non la talenta

che star al fonte, dil qual si contenta

 

Costei spesso ne lacque si bagniava

poi come della chiara fonte usciva

de pretiosi panni sadornava

e cosi adorna pel boscetto giva

e finalmente al fonte ritornava

se vageggiando sopra la sua riva

poi se giettava senza nulla cura

per riposarsi su la terra dura

 

Un giorno mentre che costei giacea

presso a la fonte sopra un verde sito

adorna di più bei drapi c'havea

li giunse sopra il bel Hermaphrodito

questa chel vide ver lui si facea

e saluto quel giovane gradito

perche vedendo sua gientil figura

sinnamoro di lui fuor de misura

 

Il giovineto gli rese il saluto

et lei per adimpir il suo disio

disse ridendo tu sia il ben vennuto

sei mortal homo, o pur sei uno idio

perche più bel di te mai fu veduto

a volerti chiarir lanimo mio

in questo nostro fral, et mortal nido

ese sei dio tu debbi esser Cupido

 

Sesei Cupido, ove son larco, e istrali

e la farethra chegli suol portare

la benda aurata, e le celestial ali

con le qual suol dovegli vuol volare

ma se nel numer sei de noi mortali

beato e quel che ti hebbe a generare

la madre, il latte, il sito, e la cittade

dove nacque fra noi tanta beltade

 

Ma sopra glialtri e piu beata assai

in questo nostro fral caduco mondo

la moglie tua, se tu pur moglier hai

per posseder il tuo volto giocondo

e non lhavendo, se tu mi vorai

giovane bello il mio cor non ti ascondo

ti sero sempre fidel, e costante

pudica sposa, ancilla, e vera amante

 

Udendo il giovinetto tal parole

se arrossi per vergognia in viso molto

come a ciascun fanciullo avenir suole

si che parea piu vago, e dal ciel tolto

perche un color di rose, e de viole

in un momento discopri nel volto

onde lei non potendo piu durare

apri le bracia, e lo vuolse basiare

 

Hermaphrodito a lei con parlar quieto

disse nimpha gentil io mi nandroe

se senza indugia non te tiri a drietro

e star soletta qui ti lassaroe

udendo Salmace, con mansueto

parlar rispose, et io quieta staroe

dapoi soggiunse accio non si partisse

humilmente parlando, e così disse

 

Prima che veder deggia il tuo partire

tanto mi accende lamoroso foco

del tuo bel viso chio mene vo gire

e lassarti el mio vago, e ameno loco

cosi si volse senzaltro piu dire

e finse di partirsi a poco a poco

e nel boschetto tra le rame ombrose

in un secreto ceppo si nascose

 

Come se vide il bello Hermaphrodito

rimasto solo gia non li dispiacque

anzi al fonte nando col volto ardito

e discalzato entro nele chiare acque

sol con ipiedi, ma quando sentito

hebbe il piacer di quelle, assai li piacque

e dispogliosi, et quasi in un momento

igniudo entro nel chiaro fonte drento

 

La nimpha Salmace che remirava

nel bosco occulta il vago giovinetto

come ne lacque il vide a lui nandava

e presto si spoglio con il gran diletto

e ne la chiara fonte anchella entrava

quel abracciando stretto petto a petto

e bocca a bocca, e membro a membro fiso

basciando il delicato suo bel viso

 

Il giovinetto forte si scuotea

per voler fora uscirli di le braccia

con tutta la possanza chegli havea

girando hor quinci, hor quindi la sua faccia

ma Salmace si stretto lo tenea

che voglia o no conven che queto iaccia

poi disse a quel mai piu ti partirai

da me, ma sempre meco rimarai

 

Cosi prego gli dei chi conccedessero

per lor divinitade, e gran potenza

che separarsi piu non si potessero

ma viver sempre uniti in una essenza

si che congiunti in un sol corpo stessero

et cosi furo per giusta sentenza

se dui fatti uno, e pel gioven polito

li risto il nome anchor Dhermaphrodito.

 

Elqual poi che si vide esser cangiato

si comincio di cio molto a dolere

chiamandosi tapino, e sfortunato

poi prego idei chi fussero in piacere

di haver quel fonte a questo dedicato

per piu memoria del suo dispiacere

ch' ciascun chin quelle acque si bagniasse

in femina di maschio si gangiasse.

 

 

Mercurio e Venus udendo il suo prego

adimpiro la sua giusta richiesta

cha un licito pregar non si fa nego

e non si vieta una dimanda honesta

come faccio anchor io ch' acio mi piego

e sero sempre a farla pronta, e presta

cosi fin pose la terza sorella

Alcyone de dirla sua novella

 

ALLEGORIA DI HERMAPHRODITO

La fabula di Hermaphrodito detta Alcynoe, la cui significatione sta in questo modo, nella matrice delle donne sta una certa celuccia, laqual dalli Philosophi e nominata Salmace, nella quale se la donna vien a ricever il sceme humano ne nascono Hermaphroditi, cioe c'hanno in se natura de maschio e di femina, questo si po anchora a intendere in altro modo reducendolo a moralita, e per Salmace dire che lhomo che ha poca renitentia presto se fa libidinoso, per Hermaphrodito se pol comprendere lhomo e la donna che cade nel peccato, et voria in quel punto che cadauno gli cadesse, la verita fu che una donna amo molto Hermaphrodito figluolo di Venus et di Mercurio, ilquale havea uno et laltro sexo, costoro si congiunsero insieme in una fonte dove mirabilmente si levo uno arbore. loquale era mai piu stato veduto et in quel loco tenne di loro memoria eterna.