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sec. IV d.C

DECIMO MAGNO AUSONIO (Burdigala [Bordeaux] 310 d.C/ 393-394 d.C), Epigrammi, 64

 

QUA SEXUM MUTARINT

Vallebane (nova res et vix credenda poetis

sed quae de vera promitur historia)

femineam in speciem convertit masculus ales

pavaque de pavo constitit ante oculos.

Cuncti admirantur monstum, sed mollior agna

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Quid stolti ad speciem notae novitatis hebetis ?

An vos Nasonis carmina non legitis?

Caenida convertit proles Saturnia Consus

ambiguoque fuit corpore Tiresias.

Vidit semivirum fons Salmacis Hermaphroditum,

vidit nubentem Plinius androgynum.

Nec satis antiquum, quod Campana in Benevento

unus epheborum virgo repente fuit.

Nolo tamen veteris documenta arcessere famae;

ecce ego sum factus femina de puero

 

Traduzione da: Opere di Decimo Magno Ausonio, a cura di Agostino Pastorino, Utet, 1978, pp.804-807

MUTAMENTO DI SESSO

A Vallebana- l'avventura è nuova; nemmeno i poeti potrebbero crederla, invece è vera storia- un uccello maschio si trasformò in femmina e un pavone diventò una pavonessa davanti agli occhi di tutti. Stupore generale, ma più di un'agnella...Schiocchi, perché stupirvi di fronte ad una novità già risaputa? Ma non leggete i versi di Nasone. Conso, figlio di Saturno, cambiò di sesso Ceni; Tiresia ebbe successivamente due corpi; la fontana Salmacide vidi il semiuomo Ermafrodito; Plinio vide un androgino che stava per prendere marito. E di recente, a Benevento, in Campania, un giovinetto si trasformò all'improvviso in una fanciulla. Ma non voglio tuttavia cercare precedenti ad un'antica tradizione. Ecco me: da maschio sono diventata femmina.