sec. I a.C
MARCO TULLIO CICERONE (Arpino 106 a.C/43 a.C), De officis, I, 18, 61
Intellegendum autem est, cum proposita sint genera quattror, e quibus honestas officiumque manaret, splendidissimus videri, quod animo magno elatoque humanasque res despicende factum sit. Itaque in probis maxime in promptu est, si quid tale dici potest:
Vos enim iuvenes animum geritis muliebrem, illa virgo viri
et si quid eiusmodi
Salmacida spolia sine sudore et sanguine
Traduzione da: Marco Tullio Cicerone, Dei doveri, testo latino traduzione e note di Dario Arfelli, Zanichelli, 1958, pag 73
Ma bisogna pur riconoscere che, delle quattro virtù, che io ho esposto innanzi e da cui procedono l'onestà e il dovere, la più splendida è certamente quella che risiede in un animo grande ed elevato, il quale disdegna e disprezza i beni esteriori. Ecco perché, quando si tratta di rampognare qualcuno, ci corrono subito alle labbra parole come queste:
"Voi o giovani avete cuor di donna; quella fanciulla invece, ha cuor d'eroe";
o come queste altre:
"Salmacide, prenditi il bottino che non ti costa né sudore né sangue"