
Titolo dell'opera: Cadmo e Armonia
Autore: incisore Paul Bouché (?), disegno Hendrik Abbé o Abraam van Diepenbeke
Datazione: 1677
Collocazione: Les Metamorphoses d'Ovide en latin et en francois, divisées en XV livres, ... de la traduction de M. Pierre Du Ryer, Brussel 1677
Committenza:
Tipologia: stampa
Tecnica: incisione
Soggetto principale: Cadmo e Armonia si trasformano in serpenti
Soggetto secondario: famiglia di pastori in riva al fiume
Personaggi: Cadmo, Armonia, pastori
Attributi: serpente (Cadmo)
Contesto:
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: http://homepage.mac.com/cparada/GML/Cadmus.html
Bibliografia:
Annotazioni redazionali: l'incisione compare per la prima volta nell'edizione delle Metamorfosi del 1677, edita a Bruxelles con la traduzione di Du Ryer. Lavorano insieme per questa occasione due artisti olandesi: Hendrik Abbé, pittore incisore e architetto nato ad Anversa nel 1639 e attivo nella città nella seconda metà del seicento, e Abraam van Diepenberke, conosciuto soprattutto perché allievo e amico di Rubens, legato alla cultura della scuola di Fontainebleau e al manierismo di Primaticcio. Gli incisori delle illustrazioni del testo sono: Paul e Martin Bouché, Frederick Bouttats e Peeter Clouwet, tutti artisti olandesi che però non hanno firmato le singole illustrazioni e quindi non si può sapere con certezza chi sia l’autore di questa incisione. A differenza di molte altre raffigurazioni, in questo caso Cadmo è raffigurato mentre la metamorfosi è in atto, mentre Armonia non ha ancora cominciato a trasformarsi. Da sotto il manto spunta la coda serpentina di Cadmo, che qui ha un aspetto di anziano signore con una lunga barba (secondo le fonti la trasformazione infatti avvenne verso la fine della loro vita). Se si tiene in considerazione che l'edizione delle Metamorfosi tradotte da Du Ryer del 1674 a Lione aveva come illustrazioni delle incisioni all'inizio di ogni libro, copie identiche di quelle di Giacomo Franco, si può supporre che la scelta di raffigurare la coppia in sembianze umane sia legata alla raffigurazione che del mito aveva fatto l'artista veneto (Cfr. scheda opera 09). L'unico altro precedente che vede i due coniugi con il busto e il volto ancora umani è l'affresco della Galleria del Passerino a Mantova, ma l'impostazione è del tutto diversa (Cfr. scheda opera 14). Rispetto alla tradizione incisoria precedente, torna il fiume che scorre e distanzia la coppia in primo piano dal piccolo paese reso in lontananza, come nell'incisione di Salomon (Cfr. scheda opera 06), così come gli alberi enormi e frondosi che incorniciano la coppia stessa, come nelle incisioni che da Van der Borcht in poi si susseguono in tutta l'Europa (Cfr. scheda opera 10). Oltre che ad essere utilizzato come una perfetta quinta scenografica l'albero rigoglioso può essere considerato come simbolo della vita che trionfa, si trasforma e non finisce mai. Inoltre la scelta di rappresentare nello sfondo paesaggistico una coppia con un bambino potrebbe confermare la volontà di rafforzare il concetto dell'amore coniugale che porta alla rigenerazione dell'uomo e alla sua eterna riproduzione, e quindi al trionfo della vita.
Claudia Angeletti