
Titolo dell’opera: Cadmo e Armonia
Autore: Antonio Maria Viani e collaboratori
Datazione: post 1595-ante 1621
Collocazione: Mantova, Palazzo Ducale, Galleria delle Metamorfosi, terza stanza
Committenza: Vincenzo I Gonzaga e Ferdinando Gonzaga
Tipologia: dipinto
Tecnica: affresco
Soggetto principale: Cadmo e Armonia si trasformano in serpenti
Soggetto secondario:
Personaggi: Cadmo, Armonia
Attributi: serpente (Cadmo; Armonia)
Contesto: paesaggio con rovine antiche
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Signorini R., Le favole di Ovidio nella Galleria di Passerino, in “Gazzetta di Mantova”, 17 giugno 1977, p. 3; Franchini D.A., La scienza a corte. Collezionismo eclettico natura e immagine a Mantova fra Rinascimento e Manierismo, Bulzoni, Roma 1979, pp. 152 177; Zanca A., Il museo eclettico-naturalistico di Ferdinando Gonzaga,in “Gazzetta di Mantova”,27 giugno 1979, p. 3; Cottafavi C., Galleria della Mostra nel Palazzo Ducale di Mantova, La Societa per il Palazzo Ducale di Mantova, Mantova 1934; Marani E., Mantova: le arti, vol. III, Mantova 1959-1965; Tellini Perina C., Scheda per Antonio Maria Viani: un pittore cremonese alle corti di Monaco e di Mantova, in Arte in Europa. Scritti di storia dell'arte in onore di Edoardo Arslan, Milano 1966, pp. 651-664; Fiorini M.G., Le Metamorfosi della Galleria della grotta o di Passerino nel Palazzo Ducale di Mantova, in “Civiltà mantovana”, 5, 1984, pp. 67-83; Settis S. (a cura di), Memoria dell'antico nell'arte italiana, vol. I, L'uso dei classici, Einaudi, Torino 1984; Fiorini M.G., Le Metamorfosi della Galleria di Passerino nel Palazzo Ducale di Mantova, in “Civiltà Mantovana”, 6, 1985, pp. 67-85; Fiorini M.G., Il camerino dei quattro elementi, in “Civiltà mantovana”, 8, 1985, pp. 77-88; Algeri G., Il Palazzo Ducale di Mantova, Mantova 2003, pp. 243-246, 261-287; Cieri Via C., L’arte delle Metamorfosi. Decorazioni mitologiche nel Cinquecento, Lithos Roma 2003, pp. 226-227
Annotazioni redazionali: La Galleria del Passerino, così chiamata per la presenza del corpo imbalsamato di Passerino Bonaccolsi, fu realizzata per volere di Vincenzo I Gonzaga nel Palazzo Ducale di Mantova. L’incarico fu affidato all’architetto e pittore Anton Maria Viani che concluse la decorazione nel 1612. Inizialmente si trattava di un ambiente unico destinato a custodire la biblioteca ducale. In seguito si operò la suddivisione in quattro stanze degli “alimenti”, attestata da un inventario del 1665 che fornisce quindi il termine ante quem della trasformazione. Nei nuovi ambienti venne allestito il museo naturalistico voluto da Ferdinando II Gonzaga. Essi furono decorati con favole mitologiche tratte dalle Metamorfosi di Ovidio la cui scelta non rispecchia solamente la moda dell’epoca, ma anche un preciso programma culturale. Le immagini metamorfiche erano infatti strettamente connesse con gli oggetti esposti ed insieme creavano una sorta di “Paradiso Terrestre” che illustrava il mondo reale ed il fantastico, come si evince da una lettera del 5 febbraio 1621 inviata da Venezia da un certo Simon Gruato al duca in cui è presente un cenno preciso alle collezioni. Tranne la prima stanza, in cui erano esposti oggetti pietrificati, priva di affreschi, le altre tre stanze sono affrescate sulle volte con scene mitologiche che sembrerebbero seguire l’ordine interno delle Metamorfosi la cui iconografia è riconducibile alla tradizione incisoria, in particolar modo ad Antonio Tempesta, Goltzius e Crispin de Passe (Cfr. scheda opera 12). La terza stanza, in cui sono raffigurati i miti di Cadmo e Armonia, Apollo e Pitone, Biblide mutata in fonte, Enea e le sirene mutate in uccelli, Salmacide ed Ermafrodito, Atlante mutato in monte, Aglauro in pietra e Linco in lince, doveva contenere oggetti rari, diamanti, succhi di piante e curiosità del mondo vegetale, ed essere legata all'elemento Terra. L'affresco con Cadmo e Armonia ha degli aspetti abbastanza innovativi rispetto alla tradizione iconografica del mito. L'aspetto più importante da sottolineare è che tutti e due i protagonisti hanno ancora il busto e la parte superiore del corpo umane, e possono scambiarsi un intenso e amorevole sguardo. L'unico precedente che vede Cadmo con il busto ancora umano è l'incisione di Giacomo Franco, ma in quel caso l'uomo ha il busto nudo e Armonia indossa gli abiti di una tipica dama dell'epoca (Cfr. scheda opera 09). Nel Palazzo Ducale di Mantova, forse anche per l'importanza stessa del luogo in cui si trova, Viani raffigura Cadmo con indosso una armatura da soldato, che esalta la figura del guerriero valoroso; l'uomo/serpente abbraccia teneramente la moglie che invece è completamente nuda e priva di qualsiasi elemento decorativo, come la classica corona, e quindi più vicina alla condizione di divinità femminile e sensuale. Sullo sfondo della scena è raffigurata una costruzione in rovina caratterizzata da una doppia arcata su due piani, a simboleggiare forse la famiglia di Cadmo caduta in rovina dopo le tante disavventure subite; lo stesso elemento si ritrova nelle incisioni di Bernard Salomon (Cfr. scheda opera 06) e di Virgil Solis (Cfr. scheda opera 07).
Claudia Angeletti
Silvia Trisciuzzi