13: Cadmo e Armonia

Titolo dell'opera: Cadmo e Armonia

Autore: anonimo

Datazione: post 1602-ante 1630

Collocazione: Mantova, Palazzo Capilupi

Committenza: famiglia Capilupi

Tipologia: pittura

Tecnica: affresco

Soggetto principale: Cadmo e Armonia si trasformano in serpenti

Soggetto secondario:

Personaggi: Cadmo, Armonia

Attributi: ali (Armonia)

Contesto:

Precedenti: Crispijn de Passe, Cadmo e Armonia, in Metamorphoseon ovidianorum typy aliquot artificiosissima deleneavit ac in gratiam studiosae inventutis editi per Crispianum Passeum Zeelandum chalcographum, Arnheimii 1602, tav. 32 (Cfr. scheda opera 12)

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Franchini D.A., La scienza a corte. Collezionismo eclettico natura e immagine a Mantova fra Rinascimento e Manierismo, Bulzoni, Roma 1979, p. 160; Marani E., Amadei G., Antiche dimore mantovane,Banca agricola mantovana, Mantova 1977, p. 118; Spreti V., Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano 1928, vol. II, p. 284

Annotazioni redazionali:  La nobile famiglia dei Capilupi, originaria della marca trevigiana, risiedeva a Mantova nel Palazzo omonimo a partire dalla metà del XIII secolo. Durante tutto il periodo in cui in città dominano i Gonzaga, dal Trecento ai primi anni del Settecento, la famiglia Capilupi godette sempre di grandi privilegi e di ottimi rapporti con il potere. L'interno del palazzo è costituito da vari appartamenti e numerose stanze in cui, durante tutto il Cinquecento, i membri più illustri della famiglia hanno custodito e collezionato numerose opere d'arte e oggetti preziosi. Nel salotto del primo piano, una grande sala di rappresentanza, si trova una decorazione pittorica piuttosto interessante: si tratta di un fregio con undici scene, otto delle quali raffigurano miti tratti dalle Metamorfosi di Ovidio e hanno come fonte iconografica il Metamorphoseon Ovidianorum di Crispijn de Passe del 1602 (da qui il termine post quem per la datazione degli affreschi). Considerando che gli affreschi capilupiani sono stati ricoperti di calce nel 1630, quando la peste aveva colpito e devastato l'intera città e che la decorazione completa di questa sala fu riscoperta solo dopo la seconda guerra mondiale, quando intorno al 1945 i signori Capilupi decisero di riportare alla luce tutti gli affreschi, la datazione ipotizzata per la realizzazione di questi affreschi si pone tra il 1602 e il 1630. La successione dei miti raffigurati (Pan e Siringa, Arcade e Callisto, Apollo e Dafne, Mercurio e Batto, Ermafrodito e Salmacide, Cadmo e Armonia, Narciso alla fonte, Atlante, Perseo e Andromeda, Plutone, Pernice) concorda in linea di massima con quella delle Metamorfosi. La scena in analisi mostra l’episodio di Cadmo e Armonia: mentre Cadmo è già completamente trasformato in serpente, la trasformazione di Armonia è in atto (busto da donna, parte inferiore del corpo da serpente). Il serpente che dovrebbe rappresentare Cadmo non ha la testa che sembra sostituita con il rotolo di un cartiglio. Questa particolare variante rispetto alla tradizionale raffigurazione del serpente, così come la resa del volto della donna piuttosto approssimativa, è forse dovuta ai danneggiamenti e ai possibili ritocchi mal eseguiti su un affresco che mostra comunque delle lacune consistenti. Evidenti sono le ali che spuntano dietro le spalle di Armonia, dettaglio chiaramente ripreso dall’incisione di Crispiin de Passe dello stesso soggetto (Cfr. scheda opera 12). È difficile stabilire l'artefice di questa decorazione che comunque ha molti soggetti in comune con la decorazione della Galleria del Passerino di Palazzo Ducale di Mantova, realizzata da Anton Maria Viani e dai suoi collaboratori (Cfr. scheda opera 14).

Claudia Angeletti