10: Cadmo e Armonia

Titolo dell'opera: Cadmus et Hermione in dracones

Autore: Pieter van der Borcht

Datazione: 1591

Collocazione: P. Ovidii Nasonis Metamorphoses, argumentis brevioribus ex Luctatio Grammatico collectis expositae: una cum vivis singularum trasformationum iconibus in aes incisis, Anversa 1591, lib. IV, fab. IX

Committenza: Christopher Plantin

Tipologia: stampa

Tecnica: incisione

Soggetto principale: Cadmo e Armonia si trasformano in serpenti

Soggetto secondario: spettatori stupiti scappano

Personaggi: Cadmo, Armonia, due uomini

Attributi: serpente (Cadmo; Armonia)

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://etext.virginia.edu/latin/ovid/1591/OviNa115.html

Bibliografia: E. Benezit, Dictionnaire, cit., s.v. Pieter van der Borcht

Annotazioni redazionali: L'autore di questa incisione è Pieter van der Borcht, un pittore, disegnatore e incisore fiammingo, nato intorno al 1545 nella città di Mechelen, a sud ovest di Anversa. Essendo figlio di un artista la sua attività artistica inizia molto presto e già nel 1564 lavora per l'editore Christopher Plantin, sodalizio che si conclude solo alla morte del pittore, che avviene ad Anversa circa nel 1608. È proprio per l'edizione delle Metamorfosi di Plantin del 1591 che van der Borcht realizza una serie completa di incisioni, di cui fa parte anche questa. l'incisione mostra Cadmo già trasformato in serpente e Armonia che lo abbraccia. La parte inferiore della donna è ormai una coda serpentina che si attorciglia a quella del marito, mentre il busto è ancora umano e l'autore sceglie di renderlo nudo senza nessun elemento decorativo, come i gioielli o la corona che possono evidenziare l'importanza di Armonia. Questa invece sembra una donna qualunque, con una semplice acconciatura, che si rivolge con amore al suo amato, oramai completamente trasformato e irriconoscibile. Sulla sinistra un albero alto e frondoso sotto al quale s'intravedono delle rocce con una cavità, forse a rappresentare la futura abitazione dei coniugi nella loro nuova dimensione animale, un po' appartata tra i boschi. L'albero rigoglioso potrebbe anche rappresentare la vita e il suo perenne rigenerarsi nell'amore; i due protagonisti, infatti, rinnovano e mantengono saldo il loro amore anche nella loro nuova realtà animale che li manterrà uniti in eterno. Dietro ai protagonisti, sullo sfondo un gruppo di case arroccate tra i monti con ponti e grandi arcate, forse un’allusione alla città di Tebe, a cui i due serpenti non appartengono più. Sulla destra della composizione, in secondo piano, due uomini scappano a braccia alzate, con lo sguardo rivolto verso la straordinaria trasformazione. L'artista conosce molto bene l'arte italiana, ad esempio Tiziano, come mostra in varie incisioni di altri miti, ma non soccombe alle leggerezze del manierismo dell'epoca. L'ambientazione paesaggistica rimanda alla cultura figurativa veneta e quindi all'illustrazione di Rusconi (Cfr. scheda opera 05). Infatti troviamo al centro della raffigurazione, ma sullo sfondo, una piccola cittadina, mentre a sinistra il bosco, rappresentato da un solo albero e a destra due spettatori spaventati. La scena principale dell'intreccio serpenti richiama invece l'incisione di Bemard Salomon (Cfr. scheda opera 06) e la tradizione d'oltralpe, più vicina alla formazione artistica dell’artista.

Claudia Angeletti