06: Cadmo e Armonia

Titolo dell'opera: Cadmus mué en serpent

Autore: Bernard Salomon

Datazione: 1557

Collocazione: La Metamorphose d'Ovide figurée, par Jean de la Tour, Lione 1557

Committenza:

Tipologia: incisione

Tecnica: xilografia

Soggetto principale: Cadmo e Armonia si trasformano in serpenti

Soggetto secondario:

Personaggi: Cadmo, Armonia

Attributi: serpente (Cadmo); serpente, corona, collana, bracciale (Armonia)

Contesto: scena all’aperto

Precedenti:

Derivazioni: Gabriello Symeoni, Cadmo mutato in serpente con la moglie, ne La vita et metamorfoseo d'Ovidio, figurato ed abbreviato in forma d'epigrammi, Lione 1559; Virgil Solis, Cadmo e Armonia si trasformano in serpenti, incisione in J. Posthius, Tetrasticha in Ovidii Metamorphoses Lib. XV, Francoforte 1563 (Cfr. scheda opera 07); maiolica urbinate, Cadmo e Armonia, 1565 (Cfr. scheda opera 08)

Immagini: http://etext.virginia.edu/latin/ovid/vasal1557/0072_d6r.html

Bibliografia: Guthmuller B., Mito, Poesia, Arte. Saggi sulla tradizione ovidiana nel Rinascimento, Bulzoni, Roma 1997, p. 120; De Tervarent G., Attributs et symboles dans l'art profane, dictionnaire d'un langage perdu (1485-1600), Genève 1997, pp. 396-407

Annotazioni redazionali: l'incisione è inserita in un'opera che si lega alla tradizione emblematica ed ha un carattere prettamente didattico. L'immagine è considerata fondamentale nella ricezione del mito, tanto da essere considerata una poesia muta. I versi che seguono la raffigurazione servono a descriverla in modo semplice e conciso. Nel caso specifico del mito di Cadmo e Armonia trasformati in serpenti, Bernard Salomon sceglie di raffigurare il momento in cui Cadmo ha già perso le sembianze umane e si consola tra le braccia della moglie, che si sta trasformando a sua volta per seguire il marito. I tratti umani di Armonia, volto, busto e braccia, rendono ancora più drammatica la scena. La donna conserva ancora i segni di un passato glorioso e importante, i gioielli simbolo di ricchezza e agiatezza e soprattutto la corona, a ricordare che i due coniugi erano stati i sovrani di Tebe; diventa così ancora più forte il contrasto con la futura condizione animale che li aspetta. Oltre alla metamorfosi in atto, la scena rappresenta l'ultimo abbraccio semi umano che i due possono darsi, un intreccio amoroso che si ripete nell'intreccio delle code dei serpenti, a testimoniare un'unione tanto profonda e importante nella vita umana che resta solida anche nella nuova situazione, nella realtà bestiale. Il contrasto tra il passato glorioso e il presente disastroso sembra riflettersi anche nella scelta dell'ambientazione paesaggistica. In lontananza s'intravede il profilo di una cittadina, che potrebbe rappresentare Tebe fondata da Cadmo dopo l'uccisione del Serpente, grazie all'aiuto e ai consigli della dea Atena; il tempietto classico circolare ricorda quelli dedicati alla dea Atena. Tra la città e i due protagonisti è inserito un fiume che separa e allontana le due situazioni come a confermare che ormai la vita condotta a Tebe è passata, è trascorsa da molto tempo. Il presente è legato ad una realtà di sofferenze e difficoltà, come testimoniano i ruderi di costruzioni coperte da erbaccia, situati di fianco ai coniugi. A differenza di Rusconi che aveva scelto di rappresentare Cadmo con le sembianze di un dragone (Cfr. scheda opera 05), Salomon sceglie la figura del serpente, che si ritrova già nelle illustrazioni classiche in cui Cadmo lotta alla fonte contro un serpente (Cfr. scheda opera 02). L'originalità di Salomon consiste nella resa di un intreccio di code di due serpenti che potrebbe far pensare alle raffigurazioni del caduceo di Mercurio in cui due code di serpenti s'intrecciano tra loro e intorno ad un asta, mentre le due teste si trovano una di fronte all'altra. Il caduceo simboleggia la pace e la concordia come il potere dell'eloquenza di persuadere; concetti questi vicini ad Armonia. Nell'incisione, Armonia sembra tenere in mano il serpente/Cadmo; questo gesto è legato all’iconografia della Prudenza, spesso raffigurata nell'atto di stringere in mano un serpente; un riferimento a questo concetto potrebbe aver senso rispetto alla coppia di coniugi tebani, che dopo tante sfortune subite avevano imparato ad essere più prudenti, così come ci è tramandato nelle fonti medievali dall'Ovide Moralisé (Armofm07) a Boccaccio (Armofm09).

Claudia Angeletti