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V sec. d.C.

NONNO di PANOPOLI, Le Dionisiache, II, 669-679; IV, 416-420; V, 121-125; XLIV, 95-102, 107-118

Traduzione tratta da: Nonno di Panopoli, Le Dionisiache, a cura di Gigli Piccardi D., BUR, Milano 2003, vol. I, pp. 252-255, 372-372, 394-395; Nonno di Panopoli, Le Dionisiache, a cura di , BUR, Milano 2004, vol. IV, pp. 370-373

II, 669-679;

[Zeus a Cadmo] se vuoi fuggire dalle onde incostanti della Tyche navigando sulla rotta di una vita in bonaccia, guardati sempre dall’offendere Ares di Dirce, Ares che rimane adirato anche se non lo è; di notte tendi l’occhio verso il Dragone celeste e preso un ofite dal buon profumo, sacrificalo sull’altare, invocando l’Ofiuco dell’Olimpo; brucia poi nel fuoco le corna con molte punte di un cervo dell’Illiria, per sfuggire a tutta l’amarezza che ti è destinata.

 

IV, 416-420;

A terra si allunga il corpo del drago, morto; intorno al cadavere Ares grida selvaggiamente il suo sdegno ed è proprio per questa rabbia che Cadmo dovrà mutare le membra in forme sinuose, cambiare la sua natura e ai confini della terra d’Illiria assumere l’aspetto a lui estraneo di un serpente.

 

V, 121-125;

Ed è giunta l’ora di condurre la sposa nella camera nuziale, - era sorto infatti il Dragone insieme al Carro dell’Orsa, messaggero di avvenimenti futuri, in quanto lo sposo di Armonia insieme alla moglie, sua coetanea, era destinato a cambiare forma, da uomo in serpente - .

 

XLIV, 95-102, 107-118

Ubbidendo al saggio vecchio, Agave, tenera madre, s’avvia in compagnia di Cadmo sulla cime del monte, dov’è il boschetto sacro a Zeus, in mezzo alla montuosa foresta,, seguita da Penteo; e sull’altare dalle belle corna l’Agenoride Cadmo immola, con un solo sacrificio, una pecora femmina assieme a un toro maschio cornuto in onore di Zeus e delle Adriadi, appiccando la fiamma all’altare gradito agli dei, sacrificando a entrambi; (…). Un serpente, avviluppando intorno a corona il tendine del collo di Cadmo, piega la sua turgida cervice ricurva, cingendolo tra le sinuose spire, senza fargli del male, e il mansueto rettile circonda la testa di Cadmo di una sinuosa benda, mentre la lingua gli lambisce intorno il mento, spirando un amichevole veleno dalle innocue fauci spalancate; e una serpe cinge le tempie di Armonia, intrecciandosi ai fulvi ciuffi della chioma. E il figlio di Crono pietrifica le membra di entrambi i serpenti, giacché Armonia e Cadmo, mutando aspetto, avrebbero preso la forma di serpenti di pietra, all’imboccatura del golfo il lirico che nutre i serpenti.