06: Leucotoe

Titolo dell'opera: Leucothoe a Phoebo vim patitur

Autore: Antonio Tempesta

Datazione: 1606

Collocazione: Londra, British Museum

Committenza:

Tipologia: stampa

Tecnica: incisione su rame, 97x115 cm

Soggetto principale: *

Soggetto secondario:

Personaggi: Apollo, Leucotoe

Attributi: arco e faretra (Apollo), carro del Sole (Apollo)

Contesto: interno della stanza da letto di Leucotoe

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: The Illustrated Bartsch, 36, Abaris Books, New York 1983, p. 27, fig. 672 (151)

Bibliografia: A. Bartsch, Le peintre graveur, Wurzburg 1920, XVII, p. 85

Annotazioni redazionali: Incisione tratta dalle Metamorphoseon sive transformationum ovidianarum libri quindecim, aeneis formis ab Antonio Tempesta florentino incisi… stampate ad Antwerpen nel 1606, presso Petro de Jode. Per quanto riguarda l’iconografia Tempesta si è rifatto alle illustrazioni del mito nelle edizioni cinquecentesche delle Metamorfosi di Ovidio ed in modo particolare a quelle che, partendo dall’incisione anonima nell’Ovidio Metamorphoseos in verso vulgar di Nicolò degli Agostini, stampato a Venezia nel 1522 (libro IV, f. 36v), raffiguravano l’incontro di Apollo e Leucòtoe, nella camera da letto di lei. Anche in questa incisione la scena si svolge in un interno, probabilmente nella stanza da letto di Leucòtoe, data la presenza del letto a baldacchino su cui Apollo sta tentando di far distendere la fanciulla. Apollo, che Ovidio nelle Metamorfosi (libro IV, vv. 218-219) ci dice aver assunto le sembianze della madre di Leucòtoe per poter penetrare indisturbato nella sua stanza, in questo caso si è già rivelato alla fanciulla come dio degli arcieri (data la presenza dell’arco e della faretra, sul pavimento) ma soprattutto come dio del Sole, ed infatti, sullo sfondo a sinistra, è stato raffigurato il carro del Sole su delle nuvole, a caratterizzare il dio. Viene quindi fissato il momento dell’unione fra i due, senza che l’artista faccia alcun riferimento al successivo sviluppo della vicenda di Leucòtoe, né al suo seppellimento viva da parte del padre per punire la sua perdita di verginità, e neppure alla sua successiva trasformazione in una pianta di incenso per volontà di Apollo.

Elisa Saviani