07: Clizia

Titolo dell'opera: La ninfa o girasole, o Clizia che adora il Sole

Autore: Antoine Watteau (?)

Datazione: 1710-1720 (?)

Collocazione: Parigi, Coll. Maurice De Rothschild. Già nella Coll. Van Cuyck; vendita Baroilhet (1860).

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tela, 64x81 cm

Soggetto principale: Clizia

Soggetto secondario:

Personaggi: Clizia, Apollo

Attributi: girasoli (Clizia); luce (Apollo, come dio del Sole)

Contesto: campestre

Precedenti: Pieter Paul Rubens, Clizia, schizzo, 1636-1638 

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia:  J. Meier-Graefe, Correspondance d’Allemagne. L’Exposition d’art franchis du XVIII siècle a Berlin, in «Gazette des Beaux Arts», I, 1910, p. 264; E. H. Zimmermann, Watteau, l’œuvre du maître, Parigi 1912, p. 182; H. Adhémar, Watteau sa vie, son oeuvre, Parigi 1950, p. 237; A. Pigler, Barockthemen, Budapest 1956, II, p. 58; J. Davidson Reid-C. Rohmann, The Oxford Guide to Classical Mythology in the Arts, 1300-1990, New York-Oxford 1993, I, p. 307

Annotazioni redazionali: La ninfa Clizia qui siede su di una roccia, e, a differenza dello schizzo di Rubens, che dovette probabilmente costituire un modello di riferimento per l’artista, più fedele alla fonte ovidiana nel fissare il momento precedente alla metamorfosi, con la ninfa già sconvolta dalla decisione dell’amato Apollo di privarla di qualsiasi attenzione, quindi con i capelli sparsi ed in parte denudata, in questo dipinto è abbigliata con cura e ha i capelli raccolti: nulla, quindi, sembra qui anticipare la sua successiva trasformazione, se non i girasoli raffigurati accanto a lei. Clizia, tuttavia, come nello schizzo di Rubens, ha qui gli occhi fissi al cielo, quasi certamente verso il dio del Sole, da lei tanto amato, il quale sta compiendo il suo tragitto quotidiano. Sarà la sofferenza per il fatto di esser stata rifiutata da Apollo, in quanto causa della morte della sua amata Leucòtoe, ed il necessario bisogno della ninfa, comunque, di fissare il dio, che la porterà infine a trasformarsi in un girasole, come quelli che compaiono alla sua sinistra, a trasformarsi cioè in un fiore che tende a rivolgersi sempre verso il sole. L’elemento del girasole, che qui anticipa la conclusione della vicenda, non compare in Rubens, dove però, come abbiamo visto, è presente la stessa composizione con la ninfa seduta e lo sguardo al cielo, una composizione che dovette essere creata da quest’ultimo autonomamente, senza rifarsi alla tradizione delle Metamorfosi illustrate, e che pertanto dovette rappresentare un importante precedente per l’autore di questo dipinto. La critica non è concorde circa l’attribuzione dell’opera al Watteau: Meier-Graefe (1910), ad esempio, non vi riconosceva le qualità proprie di Watteau, e la attribuiva piuttosto ad un imitatore di Boucher, con la sensualità di un discendente di Rubens, posticipandone la datazione; Zimmermann (1912), invece, considerando il paesaggio, pensava ad un inglese del XVIII secolo; Adhémar (1950), infine, includeva il dipinto fra le opere con attribuzione discussa, come faranno i repertori successivi.

 

 

                                                                     Elisa Saviani