Tirfr02

1522

NICCOLÒ  degli AGOSTINI, Tutti li libri de Ovidio Metamorphoseos tradutti dal litteral in verso vulgar con le sue allegorie in prosa, Stampato in Venetia per Iacomo da Leco a in stantia de Nicolò Zoppino e Vincentio di Pollo, 1522, Libro III, ff. 28-29r

 

CAPITOLO DE LA CONTENTION DE IOVE, E DE IUNO

Salito che fu Giove in cielo guardò e vide Iuno sua moglie, laquale andava allegra percio che aveva ingannata Semele, et così cominciaro insieme a sollazzare, e tanto fu che vennero in parole, et sedendo al fuoco Iove era alquanto allegro perciò che aveva molto bevuto, Onde Iuno cominciò a dire oi romeni avete molta luxuria, disse Iove bene e vero, ma voi donne ne avete molta piui, Rispose Iuno non è vero, perciò chio te veggio andare tutto il giorno meretricando, disse Iove voi commeter questa questione ad alcuno, Rispose Iuno si ma non voglio chella si commetta ad alcuno homo, et Iove rispose et io non consento che alcuna donna la giudichi, per la qual cosa si accordaro di commetterla in uno chiamato Tiresia, il quale fu di prima maschio et poi si convertì in femina et così stette anni sette, e nello ottavo anno tornò homo come era prima.

 

DE TIRESIA CHE DI MASCHIO DIVENTO FEMINA

Tiresia un homo fu che essendo un giorno

Per una selva andato lungamente

Trovò dua serpi in uno strano soggiorno

Che insieme sollazzavan carnalmente

Il qual prese una verga, e con gran scorno

Dambi dui, li disciolse amaramente

E per cagion che così li percosse

Tiresia dhomo in femina cangiasse

 

E visse trasformato poi i sette anni

Tal che nessuno lo riconoscea

Poi ritornando con graosi affanni

Lottavo anno in la selva densa, e rea

In rimembranza di passati danni

Per la forma viril che persa havea

Quelli propi serpenti ritrovoe

Giacer insieme dove li lassoe

 

E si pensò che se li percotesse

Come li havea percossi un altra volta

Nel primo grado ritornar potesse

E la verga piglio con furia molta

Et quelli con picchiate strane, e spesse

Percosse ne la selva ombrosa, e folta

Et fu la sua pensata più che vera

 Perché maschio tornò come prima era

 

COME TIRESIA DIVENE CIECO

Giove a questo Tiresia la questione

Di Giuno, e degli nel arbitrio pose

A lo qual giunti lor opinione

Disse ognun dessi, et lui presto rispose

De gli romeni assai fuor dogni ragione

Le femine son più lussuriose

Onde Giuno turbassi, et Giove udendo

Da lo se dipartì forte ridendo

 

Giuno a Tiresia disse anchor giamai

Non ho si cieca sententia veduta

Dar ad alcun, come hoggi data mai

Ne so da chi peggior lhavessi avuta

Onde per ella cieco rimarai

Che la mia opinion non se rimuta

E così detto li tolse la vista

E nel ciel ritornò turbata, e trista

 

Tiresia come cieco esser se vide

A lamentar si andò dal sommo Giove

Et a quel disse con horribil gride

Ecco di la tua moglie lalte prove

Giove si dolse, e con parol fide

Rispose queste cose non son nove

A me chio le so ben, ma ‘l mio potere

Non po contra gli dei, ne lo volere

 

Se Giuno che mia sposa tha privato

Di la tua luce in ver non potrei fare

Che fusti si como eri illuminato

Ma ben ti voglio un altra gratia dare

Che da che del veder privo sei stato

Voglio che sapi il tutto indovinare

E ti concedo gliocchi de la mente

Chalhor par quelli del corpo vaglion niente

 

Così Tiresia si partì contento

Da Giove, e a indovinar incomincioe

Molti gran casi, tal che in un momento

Per tutta Thebe di lui fama andoe

La prima cosa fu del gran protento

Del bel Narciso ch’egli indovinoe

Come udirete a passo a passo il tutto

Fin che a la fonte ne ristò distrutto

 

ALLEGORIA DE TIRESIA

Nelli sopra detti versi dice lautore che Tiresia fu maschio et femina, per questo si po’ intender il movimento della natura operando e sostennendo, et anchora se trovano de quelli che

Hanno luno et laltro sexo, cioè virile e feminile, chel detto Tiresia percotessi li serpenti, se intende la influentia de la luna, la quale comove le cose a ingenerare, e dice che passati li sette anni percosse iterum li due serpenti, che se intende il corso della lunali quale finisse in sette anni, e dice chel diede la sententia che le femine haveano piui lussuria, se comprende per laria laquale è dedicata a Iuno, la quale è causa del continuo generare in terra, ma moralmente esponendo si po intendere per Tiresia il giovine poi che ha quatordeci anni che pol usar latto carnale et sostennerlo, et per questo si po dire che quando fia homo, e quando femina.