Titolo dell’opera: Le tre nutrici di Bacco uccidono Penteo
Autore: Jean Boulanger
Datazione: 1651-65 ca.
Collocazione: Sassuolo, Palazzo Ducale, Galleria di Bacco
Committenza:
Tipologia: pittura murale
Tecnica: affresco
Soggetto principale: Penteo è smembrato dalle Baccanti
Soggetto secondario:
Personaggi: Penteo, Baccanti
Attributi: tirso, corona d’alloro (Baccanti)
Contesto: paesaggio campestre
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Pirondini M., Giovanni Boulanger. Un pittore francese nel ducato di Modena, Estratto dal mensile economico della Camera di Commercio “Modena”, n. 11, novembre 1969, pp. 20, 42; Roli Guidetti C., I palazzi ducali di Modena e Sassuolo, Architettura e arreda artistico, Residenza estensi, 1973, pp. 89-126; Emilia Romagna, Touring Club Italiano, Milano 2005,p. 407
Annotazioni redazionali: La scena è inserita nella parte superiore della Galleria di Bacco, nel palazzo Ducale, e fa parte del ciclo in cui si evidenziano i momenti del trionfo del dio su coloro che ostacolano o non riconoscono il suo culto. Si trova in uno degli scudetti sostenuto dai satiri e situato al di sopra degli arazzi delle pareti. La scena rappresenta l’episodio in cui le Baccanti si scagliano contro Penteo che, ormai a terra, si copre il volto con un braccio, terrorizzato da quanto sta avvenendo. L’aspetto delle donne è minaccioso e cupo nell’espressione del viso, ma rimane quasi armonico nei movimenti delle membra che richiamano quelli della danza che si sta svolgendo nel secondo piano della scena. Il cerchio è chiuso intorno al giovane così come in cerchio sono i gruppi di Baccanti e satiri che stanno ballando in danze festose. Due Baccanti intorno al giovane hanno in mano il tirso, segno dell’appartenenza al culto di Bacco, da Penteo contrastato, mentre quella posta a destra sta prendendo lo slancio per colpirlo con il bastone. E’ la scena precedente a quella che verrà consumata tra poco, in cui Penteo, non riconosciuto dalla madre, è scambiato per un animale e verrà da questa ucciso. Sullo sfondo appare una città dai contorni ordinati che fa da contrasto tra razionalità dell’uomo, di cui la città è simbolo, e l’irrazionalità e la sfrenatezza dei culti bacchici.
Giulia Masone