19: penteo

Titolo dell'opera:  

Autore: Daniele Ricciarelli, detto da Volterra

Datazione: 1545-1550 

Collocazione: Roma, Palazzo Farnese, appartamento del Cardinal Ranuccio

Committenza: cardinale Alessandro Farnese

Tipologia: dipinto murale

Tecnica: affresco

Soggetto principale: Penteo è smembrato dalle Baccanti

Soggetto secondario: 

Personaggi: Agave, Baccanti, corteo di Bacco, Penteo, Echione

Attributi: testa di Penteo (Agave); tirso, braccio, cembali, nebride (Baccanti); tamburelli, flauti, corone di pampini (corteo di Bacco)

Contesto: ambiente boschivo

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Barolsky P., Daniele da Volterra. A catalogue raisonné, New York and London 1979, pp. 73-76. Cheney I., Les premièries décorations: Daniele da Volterra, Salviati et les frères Zuccari, in Le Palais Farnèse, I, 1, Rome, Ecole française de Rome, 1981, pp. 250-251. Davidson Reid J., The Oxford Guide to classical mythology in the arts, 1300-1900’s, Oxford university Press, New York- Oxford, 1993, vol.1, p. 362. Hochmann M., Palazzo Farnese, in Palazzo Farnese Ambasciata di Francia, Franco Maria Ricci,Roma 2000,  p. 52. Cieri Via C., L’arte delle Metamorfosi. Decorazioni mitologiche nel Cinquecento, Lithos, Roma 2003, p. 280.

Annotazioni redazionali: L’affresco in questione appartiene ad un ciclo di tema bacchico realizzato da Daniele da Volterra nell’appartamento del cardinale Ranuccio a Palazzo Farnese negli anni 1545- 1550 (per le notizie generali sulla sala Cfr. scheda opera relativa). Inserita in uno degli ovali maggiori e mostrata da una coppia di puttini in stucco che sollevano dei drappi, la scena si inserisce all’interno delle raffigurazioni di punizione degli offensori di Bacco, insieme ai pirati tirreni (Cfr. scheda opera relativa) e alle figlie di Minia. All’inteno del ciclo le storie di castigo sono allusive alla lotta della Chiesa contro i Protestanti, con un intento di glorificazione familiare in quanto Ottavio e Alessandro Farnese parteciparono alla battaglia di Mühlberg del 1547 a fianco di Carlo V. Nell’ovale in questione è rappresentata l’uccisione di Penteo, re di Tebe che si era opposto ai culti di Bacco, da parte delle Baccanti. La scena unisce due iconografie che nella tradizione figurativa classica ebbero una diffusione autonoma: lo smembramento di Penteo e Agave che mostra la testa del figlio. Al centro è visibile il corpo straziato dell’uomo di cui è già stato dilacerato un braccio, ancora stretto nelle mani di una menade, mentre altre tre sono colte nell’attimo in cui tirano con forza le altre membra, secondo uno schema figurativo molto diffuso. In secondo piano, Agave, la madre di Penteo, raffigurata di spalle, porta in trionfo la testa di suo figlio mentre le altre donne invasate dal dio la festeggiano. E’ da notare l’inserimento della scena all’interno del tiaso di Bacco, già presente nei sarcofagi romani (Cfr. scheda opera 15), rappresentato sulla sinistra da uomini nudi, con la testa cinta di pampini, che suonano tamburelli e flauti e sulla destra da Baccanti caratterizzate da cembali e una nebride. Il padre Echione, l’unico consapevole di ciò che sta accadendo, siede sconsolato ai margini del bosco, sulla destra.

Silvia Trisciuzzi