15: penteo

Titolo dell'opera:  

Autore:  

Datazione:  fine del II sec d.C.

Collocazione: Roma, Palazzo Giustiniani

Committenza: 

Tipologia: sarcofago

Tecnica: scultura

Soggetto principale: Penteo è smembrato dalle Baccanti

Soggetto secondario: 

Personaggi: Penteo, Baccanti, centauri, satiro, Dirce (?)

Attributi: pantera (Dioniso); lira, flauto (centauri); serpente (Dirce?)

Contesto: paesaggio con albero e rocce

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Philippart H., Iconographie des “Bacchantes” d’Euripide, in “Revue belge de philologie et d’histoire”, 9, 1930, p. 62, n. 146; Tomasello E., Rappresentazioni figurate del mito di Penteo, in “Siculorum Gymnasium, II, 1958, pp. 232-233; Bažant J.- Berger-Doer G., ad vocem Pentheus, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Zurigo-Monaco 1994, vol. VII, 1, pp. 315-317.

Annotazioni redazionali: Il rilievo appartiene ad un sarcofago conservato a Palazzo Giustiniani a Roma e databile alla fine del II sec. d. C. La scena rappresentata è quella dello smembramento di Penteo ad opera  delle Baccanti con uno schema iconografico simile a quello del sarcofago del Camposanto di Pisa (Cfr. scheda opera 13). Al centro è visibile Penteo che si stringe ad un albero, mentre una pantera, attributo di Dioniso, gli azzanna la gamba sinistra. Tale particolare, nei monumenti romani, potrebbe derivare dalla trasformazione delle Figlie di Cadmo in pantere raccontata da Oppiano (Cynegetica, 4, 314-315), ma la critica non è unanime. La presenza di alcuni particolari dimostra la grande influenza della tragedia di Euripide (Penfc01) nella definizione della iconografia del mito.  Infatti Penteo, ormai atterrato dalle Menadi,  non oppone alcuna resistenza al violento attacco. Le Menadi non sono armate, ma impugnano il loro tradizionale attributo, il tirso. E’ stato proposto da parte della critica che l’atteggiamento di sottomissione di Penteo fosse riconducibile ad un versione meno antica del mito, legata appunto ad Euripide, ma ciò sarebbe contraddetto dalla tradizione figurativa in cui l’iconografia di Penteo armato è successiva. Inoltre l’elemento dell’albero allude al pino, centrale nella tragedia euripidea,  su cui il re era salito per spiare i culti di Bacco e divelto dalle Baccanti, atto quest’ultimo che distingue una pratica cultuale preellenica. Caratteristico delle raffigurazioni dei sarcofagi romani è l’unione della scena dello smembramento di Penteo con quella del tiaso di Bacco, reso attraverso le figure di due centauri e di un satiro sulla destra. La particolarità di questo sarcofago è la presenza, sulla sinistra, di una figura femminile che presenta un’urna tra le mani. La sua interpretazione è molto controversa; secondo Bažant e Berger-Doer (1994) si tratta di Dirce, mentre Tomasello (1958), seguendo Dilthey, propone  invece che si tratti di Lissa, personificazione della collera e della follia tipica della tragedie greche, caratterizzata dalla presenza di un serpente, attributo,  come è noto, anche delle Menadi per cui è molto difficile una precisa identificazione.                                                           

Silvia Trisciuzzi