01: penteo

Titolo dell'opera:  

Autore: cerchia di Euphronios

Datazione: 510 a.C. ca.

Collocazione: Boston, Museum of Fine Arts

Committenza: 

Tipologia: psykter

Tecnica: pittura vascolare a figure rosse

Soggetto principale: Penteo è smembrato dalle Baccanti

Soggetto secondario: 

Personaggi: Penteo, Baccanti

Attributi: tirso (Baccante)

Contesto:  

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini: http://www.nouspace.net/dene/2013/bad_girls/pentheus.jpg

Bibliografia: Philippart H., Iconographie des “Bacchantes” d’Euripide, in “Revue belge de philologie et d’histoire”, 9, 1930, pp. 63-64, n. 150. Tomasello E., Rappresentazioni figurate del mito di Penteo, in “Siculorum Gymnasium, II, 1958, pp. 223-224, Beazley J. D., Attic red-figure Vase-painters, vol. I, Oxford 1963, p. 16. Paribeni E., ad vocem “Penteo” in Enciclopedia dell’Arte Antica Classica e Orientale, Roma 1965, vol. VI, p. 28. Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Zurigo-Monaco 1994, vol. VII, 1, sub voce Pentheus, p. 312.

Annotazioni redazionali: Questo psykter a figure rosse, ascrivibile alla cerchia di Euphronios e databile intorno al 510 a.C., costituisce una delle più antiche attestazioni figurative del mito di Penteo. Il frammento in questione illustra crudamente l’ultimo momento del mito: l’avvenuto smembramento del re di Tebe, colpevole di essersi opposto ai culti di Dioniso e per questo punito dalle Menadi folli. Partendo dalla sinistra è visibile una Menade con il volto rivolto all’indietro mentre danza verso destra, in mano un tirso, suo tradizionale attributo. Al centro, due Baccanti sono colte nell’atto di dilacerare l’unica parte del corpo di Penteo ancora integra, il busto che gronda sangue. Il capo del re è reclinato ed i suoi occhi sono chiusi, accanto ad esso è posta l’incisione con il nome Penteo. Si deve inoltre sottolineare che egli non è imberbe, ma barbato, particolare che non è presente nella successiva tradizione euripidea (Penfc01), che prevede un giovane tracotante, e che verrà raramente ripreso (Cfr. scheda opera 10). I suoi poveri resti sono retti sulla destra da una Menade  che cammina verso destra, ma è volta all’indietro verso Penteo di cui sta smembrando il braccio destro. Sulla sinistra un’altra Baccante, rivolta verso destra, sta strappando il braccio sinistro del re con entrambe le mani.  Alle sue spalle si trova l’iscrizione Galene, nome presente anche in altri monumenti per  indicare Menadi o Ninfe. Ciò ha portato la critica a ritenere che non si tratti quindi di Agave, la madre di Penteo, e le sue sorelle, ma che la scena segua una fonte diversa da Eschilo ed Euripide che prevedeva che lo smembramento fosse ad opera delle Baccanti del corteo di Dioniso. Secondo lo Hartwig, l’introduzione delle figlie di Cadmo sarebbe da ascrivere ad uno dei due tragici e lo psykter seguirebbe la lezione di un ditirambo di tema dionisiaco. La Tomasello (1958) sostiene invece la possibile influenza del Pentheus di Tespi, oggi perduto.

Silvia Trisciuzzi