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II sec. a.C.

PAUSANIA, Guida della Grecia, I, XX, 3; II, 2, 6-7

Traduzione da: Pausania, Guida della Grecia, a cura di Musti D., Fondazione Lorenzo Valla, Milano 1982

Libro I, L’Attica, I, XX,3

Il santuario più antico di Dioniso si trova presso il teatro; dentro il recinto sorgono due tmpli e due Dionisi: il Dioniso Eleutereo e quello in avorio e oro, scolpito da Alcamene. Vi sono alcuni dipinti: uno raffigura Dioniso che porta Efesto in cielo; i Greci infatti raccontano anche questo, che Era gettò giù dal cielo Efesto appena nato; costui, per vendicarsi, le inviò in dono un trono d’oro che aveva legacci invisibili, e la dea, una volta seduta, vi restò avvinta. Efesto non voleva dare ascolto a nessun dio che non fosse Dioniso, del quale si fidava più di tutti gli altri, e che, invece, lo fece ubriacare e lo portò in cielo. Oltre a questo dipinto, vi sono Penteo e Licurgo, che pagano il fio delle offese arrecate a Dioniso; Arianna che dorme, Teseo che salpa e Dioniso che viene a rapire Arianna.

 

Libro II, La Corinzia e l’Argolide, II, 2, 6-7

Le cose degne di menzione, in città, sono, in parte, quelle che sopravvivono fra le antiche, ma per lo più appartengono alla seconda fioritura della città. Nell’agora dunque (qui infatti c’è la maggior parte dei santuari) ci sono: un’Artemide soprannominata Efesia e statue lignee di Dioniso, dorate dappertutto tranne che nel volto, il quale è ornato di pittura rossa: alle statue danno il nome di Lysios e Bakcheios, rispettivamente. Voglio scrivere anch’io quel che si racconta di queste statue.

Si racconta che Penteo, tra le varie offese che osò arrecare a Dioniso, da ultimo venisse sul Citerone a spiare le donne, e che, salito su un albero, osservasse ciò che esse facevano; appena lo ebbero scoperto, le donne lo tirarono giù e ne dilaniarono il corpo da vivo. In seguito, come dicono i Corinzi, la Pizia diede loro un oracolo: che ritrovassero quell’albero e l’onorassero insieme al dio; per questo hanno fatto queste statue con il legno di quell’albero.