
Titolo dell'opera: Narciso ed Eco
Autore: Nicolas Poussin
Datazione: si ignora la data esatta di realizzazione; le ipotesi oscillanno in un arco cronologico ristretto, compreso tra il 1627 ca (Blunt) e la prima metà degli anni Trenta (Grautoff e Friedlaender)
Collocazione: Parigi, Musée du Louvre
Committenza:
Tipologia: dipinto
Tecnica: olio su tela
Soggetto principale: *
Soggetto secondario:
Personaggi: Eco, Narciso, Eros
Attributi: fiaccola accesa (Amorino); roccia (Eco); asta da cacciatore, giovane di bell’aspetto, narcisi, mantello, narcisi (Narciso)
Contesto: paesaggio; sul proscenio si intuisce la presenza di uno specchio d’acqua
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: Bettini M., Pellizer E., Il mito di Narciso. Immagini e racconti dalla Grecia a oggi, Torino 2003
Bibliografia: Mori G., Narciso, in: Lo specchio e il doppio. Dallo stagno di Narciso allo schermo televisivo, catalogo della mostra a cura di G. Macchi e M. Vitale, Milano 1987; Blunt A., The paintings of Nicolas Poussin. A critical catalogue, London 1966; Bettini M., Pellizer E., Il mito di Narciso. Immagini e racconti dalla Grecia a oggi, Torino 2003
Annotazioni redazionali: Controversa l’identificazione del dipinto: Blunt identifica l’opera con un Narciso acquistato a Roma nel 1664 dal Monconys, poi venduto a Luigi XIV prima del 1683; di opposta opinione appare Pierre Rosenberg in una recente scheda (1994), che riconosce nel quadro una tela presente a quella data nella collezione romana del defunto cardinale Angelo Giori (o Giorio). Degna di particolare interesse è l’iconografia adottata da Poussin, priva di precedenti. In essa, alla suggestione delle testimonianze classiche incentrate sul mito in esame (si veda, ad esempio, Eros con la torcia accesa, presente in numerosi dipinti pompeiani), si aggiunge una sensibile interpretazione di quello che è il motivo cardine del poema ovidiano, la metamorfosi: Eco è indistinguibile dal masso al quale si appoggia tanto per il cromatismo, che per le fattezze quasi evanescenti; la testa di Narciso fa tutt’ uno con i fiori che verranno ritrovati al posto delle sue spoglie. La posizione inconsueta del giovane, riverso a terra, sembra citare letteralmente il Cristo morto di Paris Bordon (Venezia, Palazzo Ducale) e tale ripresa sembra essere rivelatrice di una positiva valutazione della figura di Narciso, talora assunta nel XVI secolo ad esempio della vita contemplativa ed emblema dell’iter perfectionis (Narciso si ritira dalla vita attiva, la caccia, langue di contemplazione e d’amore, il suo corpo si consuma, svanisce l’entità fisica). Suddetta lettura del mito all’insegna della rigenerazione e della morte ad essa congiunta verrà ribadita da Poussin, a distanza di alcuni anni, nel dipinto con la Nascita di Bacco del Fogg Art Museum di Cambridge (Mass.).
Erika Izzi