sec. XIV d.C.
FRANCESCO PETRARCA (Arezzo 1304-1374), Triumphus Cupidinis, II, 145-150
ivi ‘l vano amador che la sua propria
bellezza desiando fu distrutto,
povero sol per troppo averne copia,
che divenne un bel fior senz’alcun frutto;
e quella che, lui amando, ignuda voce
fecesi e ‘l corpo un duro sasso asciutto;