sec. II a.C.
PAUSANIA, Descrizione della Grecia, I, 30, 1-2
Traduzione da: Bettini M, Pellizer E., Il mito di Narciso. Immagini e racconti dalla Grecia ad oggi., Einaudi 2003, pag. 181
Davanti all’ingresso dell’Accademia c’è un altare di Eros, con inciso un epigramma, che dice come Charmos fu il primo degli Ateniesi a dedicare un altare ad Eros. Dicono invece che l’altare chiamato di Antèros, che si trova nella città (di Atene) sia stato dedicato da meteci, perché Melete ateniese, disprezzando il meteco Timagora che si era innamorato di lui, gli aveva ordinato di gettarsi giù dalla rupe, dopo esser salito sul punto più alto di essa; Timagora non volle risparmiare la propria vita, e desiderò far cosa gradita al giovinetto in qualunque cosa gli ordinasse, così si recò sulla rupe e si gettò di sotto. Melete, quando infine vide Timagora morto, ne ebbe un cosi grande rimorso che si precipitò da quella stessa rupe, e cosi gettandosi perì. Da allora fu costume per i meteci di venerare come Anteros il demone che vendicò Timagora.