67: Giove, Semele e la nascita di Bacco

Titolo dell’opera: Giove e Semele

Autore: Francesco Barbieri, detto il Guercino

Datazione: 1620 ca.

Collocazione: Windsor Castle, Royal Library

Tipologia: disegno

Tecnica: penna (171x240 mm)

Soggetto principale: Giove sta per fulminare Semele

Soggetto secondario:

Attributi: fulmine (Giove)

Contesto: stanza interna

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Campori G., Gli artsiti italiani e stranieri negli stati estensi Modena 1855, p. 357; Bottari S.- Roli R.-Ottani Cavina A., Guercino: disegni, La nuova Italia, Firenze 1966; Mahon D.- Turner N., The drawings of Guercino at Windsor Castle, Cambridge 1989, p. 20 plate 37; Turner N. - Plazzotta C. (a cura di), Drawings by Guercino from British collections: with an appendix describing the drawings by Guercino, his school and his followers in the British Museum, British museum London 1991, Leonardo-De Luca, Roma 1991, p. 86; Mahon D. (a cura di), I disegni del Guercino della collezione Mahon, Catalogo della mostra Omaggio al Guercino, Alfa, Bologna 1967; Bertala G.G., Incisori bolognesi ed emiliani del sec. 17, Associazione per le arti "Francesco Francia", Bologna 1973.

Annotazioni redazionali: Turner (1991) testimonia che il disegno in esame proviene da Casa Gennari e che poi appartenne a Re Giorgio III prima di essere conservato nela Royal Library del Castello di Windsor. In questa sede è conservato un numero consistente di disegni dell’autore (826 disegni di Guercino e del suo entourage, ma solo 348 sono ufficialmente ascrivibili all’artista) e Semele e Giove è certamente uno di quelli di mano del Barbieri (num. cat. 36). Sia Turner che Blunt riportano un’ incisione di Giovanni Battista Pasqualini dedicata al marchese Niccolò Estense Tassoni (Bertela, 1973) e datata 1626 cui le figure sono rovesciate (Campori, 1855). Nonostante sembri palese l’esistenza di un dipinto di Guercino sia per il disegno che per la struttura più completa dell’incisione, le fonti recenti tacciono qualsiasi riferimento sia attorno al 1620 (data del disegno) o in qualsiasi periodo della sua carriera. Né Malvasia fa cenno a un soggetto simile per mano del Barbieri, né lo scrupoloso Libro dei Conti, anche se, cominciando dal 1629, potrebbe non menzionarlo qualora fosse stato realizzato prima. Ci sarebbero però due riferimenti ricollegabili a un probabile dipinto con Giove e Semele. Uno di questi, nell’inventario della collezione della casa reale dei Savoia potrebbe corrispondere all’incisione di Pasqualini: l’inventario, stilato nel 1635 dal pittore romano Antonio della Cornia sulle figure appartenenti al re Vittorio Amedeo I nel palazzo di Torino a Mirafiori, testimonia che nella camera delle Muse c’era un “Giove col fulmine in mano che viene alla volta di una donna mezzo ignuda, del Guercino” (Turner, 1989). Il secondo riferimento si trova in una descrizione di un inventario di palazzo di San Giovanni (l’attuale Palazzo Vecchio), sempre a Torino. Inoltre quando il pittore romano Agostino Tassi faceva l’agente artistico del cardinale Maurizio di Savoia ricevette 37 scudi per il dipinto di Guercino dipinto per servizio di sua altezza (Turner, 1989). È  proprio da questa sede che Pasqualini potrebbe aver realizzato l’incisione. Esiste un altro di disegno, all’Albertina di Vienna che ha tutta l’apparenza di uno studio sulla posizione delle braccia di Semele, anche se non ci sono annotazioni contestuali e il volto della principessa sembra rilassato rispetto all’incisione, e un altro ancora, attualmente perso, registrato nelle incisioni di Clemente Nicoli (1786). Facendo un confronto incrociato tra i due disegni di Guercino e la stampa del Pasqualini sembrano esserci molte differenze con la composizione finale (che si presuppone essere quella di Pasqualini). Zeus tiene le frecce nella mano sinistra e non nella destra come nel disegno. Non ci sono altre annotazioni che identifichino il sovrano come di solito nell’episodio di Semele (raggi di luce, nubi, aquila ecc…). La posizione delle braccia di Semele è assai simile ma sembra più vicina per l’espressione del volto al disegno di Vienna. Non è chiaro dunque a quali stadi risalgano i due dieegni, entrambi vicini alla composizione definitiva del dipinto. Secondo Mariette il disegno proveniente dell’Albertina di Vienna testimonia due differenti stadi dell’incisione di Pasqualini: la prima con delle correzioni a penna che vennero apportate nel secondo stadio e che Mariette crede di mano di Guercino stesso e una seconda che è quella riportata nel volume.

Francesca Pagliaro