62: Giove, Semele e la nascita di Bacco

Titolo dell’opera: La nascita di Bacco

Autore: Giulio Bonasone (1510-1576)

Datazione: 1568 ca.

Collocazione: Parigi,Biblioteque national

Committenza:

Tipologia: incisione

Tecnica: acquaforte

Soggetto Principale: Giove partorisce Bacco assistito da un genio alato che lo abbraccio

Soggetto secondario: Ino(?) e una ninfa prendono il bambino, l’aquila vola in cielo

Personaggi: Giove, Ino, ninfa, Bacco, genio alato

Attributi: aquila (Giove); ali (genio alato)

Contesto: paesaggio alberato

Precedenti:

Derivazioni: Bonasone G.,Nascita di Bacco in The illustrated Bartsch, 1813, XV, p. 150 n. 149 (con versi)

Immagini:

Bibliografia: Le Blanc C., Manuel de l’amateur d’estampes, Vieweg, Paris 1854; Dunand L., Les amours des Dieux, Le Marchard, Parigi 1977, p. 651 n. 1076; Massari S., Giulio Bonasone, catalogo mostra (Roma, 1983), Quasar, Roma 1983, vol. I, pp. 56-57; Welsh Reed S.- Fallace R., Italian Etchers of The the Renaissance & Baroque, Catalogo della mostra tenuta a Boston, Boston 1989, pp. 66 e 67; Cirillo Archer M., The Illustrated Bartsh. Italian madters of the sixteenth century, Abaris books, New York 1995, vol. 15, n. 149 p. 150; Bull M., The Mirror of the Gods, Classical Mythology in Renaissance Art, Allen Lane an Imprint of Penguin Books, USA 2005; Aldovini L., Giulio Bonasone, in Casazza O.– Pennaioli R. (a cura di), Mythologica et erotica: arte e cultura dall'antichità al XVIII secolo, catalogo mostra (Firenze, Palazzo Pitti, 2005-2006), Sillabe, Livorno 2005, p. 172; Bodart D., Il Nudo Femminile: Eros, Mito, Allegoria in Rinascimento e Manierismo,Giunti, Prato Novembre 2005.

Annotazioni redazionali: Giulio Bonasone inserisce nella serie di incisioni con gli Amorosi diletti degli Dei, creata su ispirazione di quella di Gian Giacomo Caraglio con gli Amori degli Dei anche l’episodio successivo all’incisione con Semele e cioè la nascita di Bacco da Giove (Per l’introduzione generale vedi scheda opera 61). L’episodio non è mai rappresentato in epoca moderna e soprattutto non in modo così esplicito: nell’immagine vediamo Giove mentre allarga con le mani il lato destro del ventre da cui esce il piccolo Bacco. Dietro Giove, un genio alato con le frecce a tracolla, che lo sostiene come ad aiutarlo eco di quell’Ilizia, divinità protettrice dei parti, che negli specchi etruschi e in alcuni coperchi di sarcofago è rappresentata alata a fianco a Giove per assisterlo durante la nascita di Dioniso. (Cfr. scheda opera 14 e 29). A conferma dell’ispirazione classica dell’immagine ci sono anche le due donne, una delle quali allunga le mani per prendere il bambino: anch’esse infatti figurano nella stessa posizione sui sarcofagi d’età romana (Cfr. scheda opera 25) ma compiono lo stesso gesto nelle scene della nascita di Adone da Mirra. Probabilmente in quest’immagine si tratta di Ino accompagnata da una ninfa anche se Niccolò degli Agostini, fonte di riferimento per via della nascita di Bacco dalla pancia e non dalla coscia, dice che Giove affidò il bambino prima a Giunone e solo in seguito alle ninfe (Semfr03) L’unica altra fonte che coniuga la nascita dalla coscia con la consegna diretta da parte di Giove alle ninfe è la Genealogia Deorum di Boccaccia (Semfm12). Nel cielo vediamo scendere l’aquila del dio, tutt’intorno alberi che richiamano la crescita futura del bambino a contatto diretto con la natura. La scelta di rappresentare un’immagine così poco credibile e tanto impressionante è stata possibile in questa serie proprio per via della sua tendenza all’erotismo e al superamento dei limiti normalmente concessi nelle raffigurazioni istituzionali. Non c’è niente di erotico in questa scena; normalmente sarà rappresentato soltanto il momento prima della nascita da Giove, quello in cui il dio salva il bambino estraendolo dal corpo di Semele (Cfr. scheda opera 43) oppure una normale nascita dalla madre (Cfr.scheda opera 53). Secondo Massari (1983),  è possibile che questa incisione sia stata realizzata in un secondo momento rispetto alle altre della serie perché presenta tratti stilistici che richiamano a un’ascendenza emiliana e con un cromatismo più raffinato. Negli esemplari di terzo stato in calce i versi: “ Giove che ti posi in corpo quel bambino / di seme morto / per troppo vedere / Et fu chiamato Bacco divino”.

Francesca Pagliaro