25: Giove, Semele e la nascita di Bacco

Titolo dell’opera: Nascita ed esposizione di Dioniso

Autore:

Datazione: 160 d.C.

Collocazione: Città del Vaticano, Galleria Chiaramonti

Committenza:

Tipologia: coperchio di sarcofago a rilievo

Tecnica: altorilievo

Soggetto principale: Morte di Semele e nascita di Dioniso; consegna di Dioniso al dio Lamos

Soggetto secondario:

Personaggi: Semele, Mercurio, Cadmo(?), Armonia(?), Apollo(?)

Attributi: elmo alato, petaso (Mercurio); pala di timone (Lamos)

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Matz F., Die dionysischen sarkophage, Gebr. Mann, Berlin 1968, III n. 197; Merkelbach R. I misteri di Dioniso, Nuova Atlantide, Genova 1991, Ill. 67; Gasparri C., ad vocem “Dionysos”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Verlag, Zurigo-Monaco 1992, III, 128 p.551; Kossatz - Deissmann A. ad vocem “Semele”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Verlag, Zurigo-Monaco 1991, VII, 10b, p.721; Olmos R., ad vocem “Eileithyia”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Verlag, Zurigo-Monaco, 1992,, III, 66, p. 552; Philippart H., Iconographie des Bacchantes d'Euripide, in “Revue Belge di Philologie e d’histoire”, Tome IX n. 1 Janvier-Mars,  Les belles lettres, Paris 1930, pp. 14-15 n.10; Turcan R., Les sarcophages à representations dionysiaques. Essai de cronologie et d’histoire religiouse, Paris 1966, p. 88 e ss.

Annotazioni redazionali: questa, in breve, la diposizione degli episodi sul coperchio di sarcofago: a sinistra Semele, attorniata da alcune figure femminili, cade morta; la disposizione è del tutto identica a quella assunta dalla donna sul coperchio del Sarcofago conservato a Baltimora (Cfr. scheda opera 26); quella al centro delle tre donne, tiene il bimbo appena nato in braccio. All’estrema sinistra un uomo fugge e accanto a lui si vede una donna stante. A destra del letto sta Mercurio che prenderà il bambino nell’immagine successiva, quindi un dio con la mano alzata come a indicare. Mercurio, seguendo l’indicazione del dio, porta il fanciullo al dio del fiume, Lamos, che si trova in una sorta di grotta ed è riconoscibile per la pala di timone che tiene in mano; all’estrema destra è visibile la figura di un pastore. Piuttosto problematica l’identificazione delle figure attorno a Semele, di solito contornata da aiutanti donne che l’assistono al parto, o la sostengono morente come nel rilievo dell’ Ince blundell (scheda opera 22) o quello di Baltimora (scheda opera 26). Merckelbach (Merkelbach, 1991) identifica le tre donne come Ino, Agave e Autonoe, le sorelle di Semele. Più complessa l’interpretazione della donna stante e dell’uomo o la donna in fuga. È plausibile che tra i presenti debba figurare Ilizia, (l’Eleitheyia greca), la quale non ha particolari caratterizzazioni rispetto alle aiutanti a meno di un ruolo particolarmente attivo nel momento del parto, ma una sua fuga non ha fondamento testuale (Cfr. scheda opera 22). Matz (Matz, 1968) vi riconosce i genitori di Semele, Cadmo e Armonia, mentre Merkelbach azzarda l’ipotesi che l’uomo sia Zeus e la donna Era, entrambi presenti almeno su una raffigurazione al momento della nascita di Dioniso e dalla morte di Semele (Cfr. scheda opera 15 e scheda opera 12). Molto corrotta la figura del dio che indica ad Mercurio la via di fuga, dalla posizione e dal mantello potrebbe trattarsi di Apollo. Nella pittura vascolare greca era consueto che durante la nascita di Dioniso dalla coscia paterna si affollassero attorno al partoriente un consesso di divinità. È per questo che, considerata la corruzione del rilievo, è molto difficile scegliere se si tratti di Afrodite/Venere piuttosto che Armonia. Il fatto che l’uomo corra potrebbe significare che si tratti di Cadmo che, come sappiamo da una tradizione raccontata da Diodoro Siculo (Semfc19) avrebbe architettato un inganno per coprire una gravidanza della figlia: una volta nato il bambino sarebbe morto, allora il re di Tebe per coprire l’ignobile gesto di Semele e ad un tempo ricavarne gloria, avrebbe coperto d’oro il cadavere del bambino e l’avrebbe venerato come una reincarnazione di Osiride. Questa testimonianza, quella che Pausania raccolse nella città di Brasiai (Semfc16) e quella di Euripide in cui si legge che Semele è stata fulminata solo dopo aver partorito (Semfc12) sarebbero le uniche fonti in cui si racconta un parto naturale di Semele. Questo basta a giusticare una morte successiva al parto. Se si esclude il rilievo conservato a Zagabria (scheda opera 28) in ambito romano non si tramanderà la tradizionale morte prima del parto, ma anche laddove compaia la seconda nascita dalla coscia del padre, la donna ha sempre l’aspetto di una puerpera sofferente, che ha appena partorito (Cfr. scheda opera 26). Inoltre, in un affresco perduto della Domus Aurea, Semele era raffigurata addirittura in salute dopo aver fatto nascere naturalmente il piccolo Dioniso, oppure nel rilievo della Ince Blundell Hall, dove la donna muore normalmente di parto (scheda opera 22). In ultimo, la presenza di Lamos deriva da una delle tradizioni della consegna di Dioniso dopo la nascita: Nonno di Panopoli (IX, 38 e ss.) (Semfc41) dice infatti che Dioniso appena nato fu portato dalle figlie del fiume Lamos, e cioè Ninfe che poi furono fatte impazzire da Era per aver dato ospitalità all’odiato dio. Dunque l’immagine nel sarcofago è una tradizionale personificazione di un fiume. L’elemento dell’acqua connesso a Dioniso avrebbe anche un valore rigenerativo, specie se relazionato all’episodio della doppia nascita. Sebbene qui la nascita da Zeus non figuri, si può credere all’ipotesi di Catani secondo cui si tratterebbe di una sintesi dovuta alla mancanza di spazio, specie considerata la notorietà della storia e, non da ultimo, la somiglianza del sarcofago con l’immagine di Baltimora (scheda opera 26).

Francesca Pagliaro