Titolo dell’opera:
Autore:
Datazione: I- II sec. d.C.
Collocazione: Liverpool, Merseyside County Museum già Ince Blundel Hall da Roma Palazzao Capponi
Committenza:
Tipologia: rilievo in marmo
Tecnica: altorilievo
Soggetto principale: Morte di Semele nascita di Bacco
Soggetto secondario:
Personaggi: Semele, Bacco bambino, nutrici, Ilizia, Mercurio, personaggio femminile
Attributi: caduceo (Mercurio);
Contesto: ambiente interno
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Ashmole B., A catalogue of the ancient marbles at Ince Blundell Hall, Clarendon, Press, Oxford 1929, pl. 131 p.146; Catani E., Un "tondo" figurato dal Museo Piersanti di Matelica e l'iconografia del mito greco della nascita di Dioniso dalla coscia di Zeus, in “Annali della Facolta di Lettere e Filosofia dell'Universita di Macerata” XVIII, 1985, pp. 242-243; Gasparri C., ad vocem “Dionysos”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Verlag, Zurigo-Monaco 1992, III, VI, 129 p. 551; Kossatz - Deissmann A. ad vocem “Semele”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Verlag, Zurigo-Monaco 1991, VII, 10a pag. 721; Olmos R., ad vocem “Eileithyia”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Verlag, Zurigo-Monaco, 1992, III, 65, p. 552; Turcan R., Les sarcophages à representations dionysiaques. Essai de cronologie et d’histoire religiouse, Paris 1966p. 88 e ss.; Kerenyi K., Dioniso: archetipo della vita indistruttibile, Adelphi, Milano 1993, p. 341; Turcan, R., Messages d'outre-tombe: l'iconographie des sarcophages romains, De Boccard, Paris 1999, p. 433 e sgg.
Annotazioni redazionali: questo rilievo è solo il primo di una serie in cui si vede Semele distesa sulla klinè subito dopo il parto. Sarà nella stessa posizione nel sarcofago Chiaramonti (scheda opera 25) e a Zagabria (scheda opera 28). Nell’immagine in esame il parto è avvenuto naturalmente ma stranamente manca la seconda nascita dalla coscia. La disposizione delle figure e la gestualità ricorrente farebbe pensare a un originale esistente copiato di volta in volta a seconda dello spazio disponibile togliendo o aggiungendo un episodio, molto più spesso preferendo la nascita più “convenzionale” del dio (quella dalla madre). La nutrice afferra il bambino appena uscito, una donna più giovane, forse Ilizia, guarda verso Semele; Mercurio è alle sue spalle, come aspettasse, e tra il dio e la principessa tebana, sta una donna che compie un gesto o di meraviglia o di disperazione con le mani. Tutte hanno la cuffia e la veste comoda tipica delle nutrici (Cfr. scheda opera 24). L’indizio più evidente dell’esistenza di un modello unico a cui si sono ispirati tutti questi rilievi è rappresentato dal ricorre di alcune figure, nella stessa posizione e dunque nello stesso ruolo. Su tutti i sarcofagi, a seconda dell’episodio scelto, rimangono costanti due figure: una donna che corre verso l’esterno all’estrema sinistra e una che compie un gesto come di meraviglia con le mani. Per la seconda possiamo addirittura individuare più di un antecedente nella pittura vascolare ellenica (Cfr. scheda opera 12).Questa osservazione permette di fare alcune considerazioni riguardo al riconoscimento delle figure e a una probabile fonte. Se un modello c’era, doveva essere molto famoso vista la diffusione; infatti, anche quando Semele non è rappresentata durante il parto, troviamo il catino sotto il letto (Cfr. scheda opera 28). Inoltre, il fatto che ci siano dei ruoli prestabiliti ci lascia immaginare che esistesse almeno una fonte che raccontava per esteso questa storia e in cui forse si diceva che una donna correva fuori dalla stanza a chiamare aiuto; nel sarcofago di Baltimora e in quello Chiaramonti era stata proposta per questa figura l’identificazione con Armonia o con la stessa Ilizia (Cfr. scheda opera 26 e 25). Sappiamo inoltre che Eschilo aveva dedicato una trilogia alle vicende di Bacco di cui una tragedia, Semele e le portatrici d’acqua (Semfc11), cominciava proprio con la nascita e il bagno del piccolo (Semfc11). Potrebbe dirsi lo stesso della donna che compie il gesto di sorpresa che Turcan ha identificato come Era/Giunone (Turcan, 1999) che veglia su tutto colta nel momento di maledire il piccolo che è già in salvo. Era sarebbe dunque arrivata troppo tardi eppure prima di Mercurio; questa è di certo una complicazione alla tesi di Turcan a meno che esistesse una fonte in cui erano le nutrici stesse a portare in salvo Bacco, e non Mercurio, appena prima dell’arrivo di Giunone. Il panneggio alle spalle e il letto contestualizzano la scenain una stanza del castello di Cadmo.
Francesca Pagliaro