20: Giove, Semele e la nascita di Bacco

Titolo dell’opera:

Autore:

Datazione: III-I sec. sec a.C.

Collocazione: Brindisi, Museo Provinciale

Committenza:

Tipologia: disco di terraccotta

Tecnica: terracotta incisa a rilievo

Soggetto principale: ascensione di Dioniso e Semele su carro trainato da Hermes e guidato da Eros

Soggetto secondario: uno zodiaco corre attorno al bordo

Personaggi: Dioniso, Semele, Hermes, Eros

Attributi: tirso, vaso, fallo (Dioniso); caduceo, elmo alato (Hermes); tirso (Semele)

Contesto: cielo (?)

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Boyancé P., Le disque de Brindisi et l’Apotheose de Sémélé, in « Revue des etudes anciennes » XLVI, 1942, pp. 191–216; Kerenyi K., Dioniso: archetipo della vita indistruttibile,  Adelphi, Milano 1993, pp. 347-348 tav. 146; Casadio G., “Morte di un dio e resurrezione di una donna. Dioniso e Semele”, in Dioniso mito e mistero. Atti del convegno internazionale di Comacchio, 3-5 novembre 1989, Comacchio 1991, pp. 367; Kossatz - Deissmann A. ad vocem “Semele”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Verlag, Zurigo-Monaco 1991, VII, 23, p. 722;

Annotazioni redazionali: di datazione incerta, il disco, forse di uso sepolcrale apotropaico, è stato rinvenuto a Brindisi. Sul bordo, una fascia con i segni zodiacali, che però sono stranamente solo undici, essendo la bilancia assente; al posto di questa troviamo le lunghe pinze dello scorpione. Tra le altre anomalie il capricorno, privo di corna, e la vergine che ha in mano uno strano recipiente affusolato.  Per Kerenyi (op.cit.) saremmo di fronte alla prima rappresentazione dello zodiaco in terra greca e italica e tali imprecisioni sarebbero ascrivibili a un’ingenuità dell’artigiano il quale, rifacendosi a un modello orientale che non capiva, commise probabilmente errori interpretativi. Al centro è ben visibile una quadriga di carri guidati da Ermes e sopra la coppia in questione. Il giovane, identificabile con Dioniso per una serie di oggetti sparsi nel cielo attorno al carro, tra cui il fallo, il tirso e il vaso che tiene in mano, è seminudo. La donna ha tratti e atteggiamenti maestosi, quasi matronali (Cfr. scheda opera 21). Un erote, salito sul carro, incita i cavalli sotto i quali ci sono diversi oggetti simbolici quali la ruota e la scala, che collega il cielo alla terra. Casadio (Casadio, 1991) riporta il lemma che procede l’epigramma di Anth. Pal. III, 1, 1, 3: da questo sembrerebbe che una scena analoga al disco di Brindisi figurasse su un bassorilievo posto sulla prima colonna del tempio eretto a Cizico da Eumene II e Attalo II, per onorare la madre, Apollonis, vedova di Attalo I, re di Pergamo. La datazione del rilievo è ascrivibile dunque al II secolo a.C. Tra gli episodi mitologici simboleggianti l’amore filiale, quello di Dioniso, preceduto da Ermes, che conduce in cielo la madre Semele, attorniato da un corteggio di satiri e sileni muniti di fiaccole, non poteva mancare.

L’ascensione – specifica l’epigramma – parte dall’oltretomba. Dunque si tratterebbe dell’episodio immediatamente successivo alla resurrezione, l’immagine susseguibile alle raffigurazioni che vedono Semele emergere dalla terra come l’hydria di Berlino (Cfr. scheda opera 11). Diodoro Siculo paragona l’azione di Dioniso a quella di Orfeo che conduce Euridice fuori dall’Ade (Semfc19), tentativo, questa volta, riuscito, a cui seguirà persino il cambiamento del nome in Thyone. Il nome testimonierà la sua nuova identità d’immortale (Semfc17) e grazie a ciò si “regolarizzerà” anche il rango del dio. Attorno a queste due figure ci sono una serie di oggetti rappresentanti il cosmo: due atlanti sorreggo il mondo, i fulmini racchiusi in un fascio, il sole, la luna, gli astri, le cappe dei Dioscuri con una stella, il fuso delle Moire. I simboli del segmento inferiore si riferirebbero, secondo Kerenyi, a culti che hanno a che fare con divinità legate alla terra e al mare: la ruota per Tiche, la fiaccola a croce di Demetra e Persefone assieme alla cornucopia, tre dolci, il fallo, la fiaccola di Ecate, il thyrsos con il nastro, la falce di Crono, il tridente di Posidone e un segno non identificabile. La tendenza all’universalismo dominato da Dioniso assumerà un diverso valore all’interno dell’interpretazione fornita da Boyancé. A favore dell’identificazione con Arianna, Kerenyi indica la presenza dell’erote e poi aggiunge che mancherebbe ogni fondamento culturale per l’identificazione con Semele. Come però si vede per la villa dei Misteri (scheda opera 21) e nella coppa di Kallis (scheda opera 01) è piuttosto difficile parlare di fondamento culturale quando le testimonianze figurative sono così rare. Eppure ci sono e sono supportate da una considerevole quantità di testimonianze testuali.  Sembra ricorrente poi la connessione tra i misteri e i luoghi di sepoltura, luoghi dove era impossibile entrare e dunque dove il segreto era assicurato. Se Semele fu figurativamente connessa a Dioniso, e abbiamo testimonianze certe della sua compartecipazione col figlio a contesti misterici, non è possibile escluderla a priori da ogni identificazione solo perché non ci sono sufficienti testimonianze figurative. A provare a spiegare l’identificazione era stato Boyancè: secodo lo studioso la prima cosa a notare è la presenza di Ermes. Egli figura spesso nelle apoteosi divine o in generale nei viaggi di risalita dall’Ade o di salita verso l’Olimpo e questa sarà la connotazione che gli assegneranno i pitagorici nel IV sec. Inoltre la donna è sensibilmente più grande di Dioniso, esattamente come nello specchio etrusco di Berlino (scheda opera 16), e tiene tra le mani, come lui, un tirso, lo stesso che ha nello specchio. Ci sono due diverse versioni dell’accesso di Semele all’Olimpo: una, riportata da Pausania e da Diodoro Siculo (Semfc19) che vuole che sia stato Dioniso a condurla all’Olimpo, l’altra, più recente, che dice che sia stato invece Zeus (Semfc41). Inoltre, secondo lo studioso, non sarebbe un caso che la quadriga si muova proprio verso il segno dello Scorpione: Servio, nel commento alle Georgiche dice che attraverso Varrone si era venuti a conoscenza che Eracle era entrato all’Olimpo passando per la porta dello Scorpione (Servius, ad Georg. I, 34). Ecco perché il nostro carro sarebbe orientato proprio verso tale segno. In seguito al trasporto sarebbe poi avvenuto il cambio del nome. Se c’è un riferimento ai neoplatonici, quello della rotta celeste compiuta per l’apoteosi potrebbe essere un indizio; inoltre, la presenza di Eros si spiegherebbe con la volontà di unire le due tradizioni del trasporto, quella di Dioniso e quella di Zeus, rappresentando con la sua presenza non l’amore filiale ma l’amore vero e proprio tra Semele e il re dell’Olimpo. Secondo Apollodoro, quando Zeus fulminò Semele lo fece dal carro (Semfc17) lo stesso carro con cui il figlio trasporta la madre all’Olimpo. Queste osservazioni negherebbero ogni identificazione con Arianna per l’assenza di una tradizione di ascensione personale della compagna del dio. Si affianchi a questa rappresentazione sia la gemma di Vienna con Semele (scheda opera 30) sul carro, che l’hydria attica di Berlino con l’ascensione (Cfr. scheda opera 11).

Francesca Pagliaro