19: Giove, Semele e la nascita di Bacco

 

Titolo dell’opera:

Autore:

Datazione: metà del I sec.

Collocazione: Napoli, Museo Napoli proveniente da Pompei, Casa di Menandro

Committenza:

Tipologia: skyphos argenteo (coppa a doppia ansa)

Tecnica: bassorilievo a sbalzo (h. 5,5 cm; diam. 9, 5 cm; peso 405 gr.)

Soggetto principale: doglie o parto di Semele

Soggetto secondario: bagno di Dioniso con nutrice e Sileno

Personaggi: Semele, Eileithyia, Nutrice, Satiro, Genio alato

Attributi:

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Gasparri C., ad vocem “Dionysos”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Verlag, Zurigo-Monaco 1992, III, 135 a e b, p.551; Maiuri A. Casa del Menandro, La Libreria Dello Stato, Roma 1933, 133, Tav.XXXVIII, pp.335-341; Kossatz - Deissmann A. ad vocem “Semele”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Verlag, Zurigo-Monaco 1991, VII, 13 p. 552; Olmos R., ad vocem “Eileithyia”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Verlag, Zurigo-Monaco, 1992, Vol III n. 63 p. 552; Broli P.-Stefanelli L., L' argento dei romani, vasellame da tavola e d'apparato, L'Erma di Breschneider, Roma 1991, p. 159 n. 143 e 267 n. 72.

Annotazioni redazionali: la coppa con le doglie di Semele e il bagno di Dioniso è uno scypos che risale al II secolo rinvenuto in un ambiente sotterraneo della “Casa di Menandro” a Pompei chiamata così per via del ritratto del poeta raffigurato nella nicchia centrale del peristilio. La casa era di proprietà nobiliare, precisamente dell’edile Quinto Poppeo ed era in corso di restauro quando avvenne l’eruzione del Vesuvio. E’ chiaro dunque che il deposito ci è pervenuto in questo stato per via della ristrutturazione della villa. Le argenterie sono il servizio da tavola del proprietario. Nel complesso di oggetti rinvenuti in corredi di epoca romana, posto speciale occupa proprio l’argento potorium. Questo comprende oggetti per bere miscelare e versare che variano nelle forme e nelle decorazioni; nonostante ciò il materiale rinvenuto permette comunque di realizzare una breve catalogazione e organizzazione dei pezzi. Grande rilievo nell’argenteria per il simposio spetta a coppe e bicchieri, tra questi, la tipologia più frequente è proprio quella degli scypoi, coppe a forma di ciotola a piede bassissimo e orlo ricurvo. Maiuri dice che sulla coppa in esame era stata apposta una fodera di piombo e mastice che saldava l’involucro sottile esteriore gravemente corrotto e non trova riscontro nelle argenterie finora nota ed ha, al centro d’ogni lato, una scena figurata in stile miniaturistico, racchiusa da maschere ed emblemi bacchici. La scena principale costa di quattro figure: Semele è la figura femminile con solo i seni coperti e l’himation che le avvolge le gambe e le ricade indietro sul dorso, con l’addome e il ventre interamente nudo a testimonianza del parto avvenuto. Sta sdraiata sul kliné completamente priva di forze e visibilmente in preda al dolore. Una donna adulta – forse una serva? – la sostiene e volge il viso e la mano verso l’altra donna dietro Semele, che è invece vestita con peplo e spinge le braccia indietro come per trattenere la figura alle sue spalle. Tale figura rivolta verso la morente è un giovane nudo, alato, e poggia su un lungo bastone che temina a forma di clava. Per capire che ci si riferisce a Semele bisogna rapportare la scena con quella sull’altro lato cioè la nascita di Dioniso. Il primo lato sarebbe l’antefatto del secondo: parto e morte di Semele e in seguito bagno e nascita di Dioniso. Secondo Maiuri la vecchia sarebbe la nutrice generalmente presente nelle scene di nascita dei sarcofagi e nello specifico nella nascita di Dioniso nel rilievo di Ostia (scheda opera 24) e la giovane sarebbe è Eileithyia che trattiene Thanatos (morte) affinchè non entri mentre Semele ancora non è morta. Per l’identificazione di questo personaggio basta notare che il bastone che termina a forma di clava non è altro che una facie rivolta verso il basso, segno simbolo dello spegnimento della vita molto diffuso sui sarcofagi romani. Inoltre, l’ipotesi di Maiuri riguardo il tentativo della nutrice di trattenere Thanatos, sembra non considerare che il gesto è soltanto una formula di pathos che sarà una delle formule gestuali più diffuse nello sviluppo dell’iconografia del compianto del corpo di Cristo. Ovviamente il braccio che pende verso il basso, riscontrabile nello scene di deposizione o del trasporto al sepolcro di Cristo – mitologicamente corrispondente, ad esempio, all’episodio del trasporto di Meleagro – è una pathosformeln della morte molto limpida e molto diffusa specie nei sarcofagi romani. Semele è raffigurata nella stessa posizione nel rilievo conservato al Museo Archeologico di Madrid e nel vaso di Tampa Bay (Cfr. scheda opera 27 e 15). Nella scena sul lato opposto Dioniso infante appena nato sta per essere immerso nel lavacro in una bassa vaschetta.Lo lava una donna adulta, forse la stessa nutrice della scena precedente Un'altra donna alle spalle distende un tessuto. Assistono alla scena due figure: un sileno calvo e barbuto con in mano un tirso e una donna ammantata che poggia il palmo della mano su un hydria. Entrambi, secondo Maiuri, sembrano avere espressioni decise “come a contendersi l’educazione del fanciullo” (Mauiri, op. cit. p. 339). Le tradizioni dell’allevamento di Dioniso sono due: o allevato dalle ninfe di Nisa o, una più recente, da un Sileno (Cfr. scheda opera 08 e 09).

Francesca Pagliaro