17: Giove, Semele e la nascita di Bacco

Titolo dell’opera:

Autore:

Datazione: III sec. a.C.         

Collocazione: Londra, British Museum di provenienza italiana

Committenza:

Tipologia:

Tecnica:

Soggetto principale: Nascita di Dioniso da Zeus

Soggetto secondario:

Personaggi: Zeus, Dioniso, Ilizia, personaggio maschile

Attributi: fulmine (Zeus); ali (Ilizia)

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Marshall F.H., Catalogue of the jewellery, Greek, Etruscan and Roman in the department of Antiquities of the British Museum, London 1911, 2285, 75 p. 262; Greinfenhagen L., Kindheitsmythos des Dionysos, in “Mitteil.Deut. Archeol.Inst.Roem.Abteil.”, 1931, 46, pp.27-43; Catani E., Un "tondo" figurato dal Museo Piersanti di Matelica e l'iconografia del mito greco della nascita di Dioniso dalla coscia di Zeus, in “Annali della Facolta di Lettere e Filosofia dell'Universita di Macerata” XVIII, 1985, p. 237.

Annotazioni redazionali: il mito della nascita di Dioniso è riprodotto frequentemente in area etrusca specie su amuleti e bullae, proprio come quelle che Dioniso indossa al collo nello specchio conservato a Napoli (Cfr. scheda opera 14), essendo esemplari molto diffusi, sono giunti fino a noi nonostante il valore e la facile possibilità di dispersione. Questa bulla aurea lavorata a sbalzo su lamine d’oro faceva parte di un’intera collana etrusca ritrovata in Italia che ora è al British Museum di Londra. Al centro della scena c’è Zeus seduto di profilo, seminudo, che regge un fulmine nella mano destra mentre la mano sinistra rimane nascosta; ha la testa coperta, è barbuto e senza scettro e la veste parte dalla nuca scende ad avvolgergli la gamba destra distesa. Sopra la testa di Zeus due ali spiegate che secondo Catani o alludono alla presenza dell’aquila divina o vanno riferite alla figura alle spalle di Zeus (una seconda Eileithyia alata o Ermes). Ci sono testimonianze, entrambe in area etrusca, per tutte e due le cose: nello specchio con la nascita di Dioniso conservato a Napoli vediamo sia una specie di uccello poggiato sullo scettro di Zeus, forse a richiamo dell’aquila divina, sia la nutrice con le ali. Considerato che qui Zeus non ha lo scettro dove l’aquila avrebbe potuto poggiarsi, le due ali sono state poste in alto. Probabile anche la seconda ipotesi, poiché in area etrusca è frequente la presenza di geni alati come Mean (Cfr. scheda opera 02). Catani nega la possibilità di attribuzione delle ali a Zeus, anche se è così raffigurato nel tessuto copto di Antonoè conservato al Louvre (Cfr. scheda opera 18). Dioniso è in piedi sulla coscia sinistra di Zeus come già nel vaso di Parigi (scheda opera 02) ed è completamene vestito e chiaramente adulto. Su di lui si china una figura femminile alata, con un copricapo a spicchi, vestita con un lungo chitone e sembra sorreggerlo per le spalle come nel rilievo di Ostia (Cfr scheda opera 24); l’atteggiamento e il modo in cui è rappresentata identificano la donna come l’Eileithyia/Thalna dello specchio di Napoli (scheda opera 14). Alle spalle di Zeus sta una seconda figura, non chiaramente riconoscibile nel ruolo, con un chitone  mezze maniche e copricapo a bande la svolge esclusivamente la funzione di spettatore. Secondo Catani sarebbe da paragonarsi a Mean dello specchio etrusco di Napoli, ma gli spettatori più insoliti non sono rari nelle rappresentazioni con la nascita di Dioniso (Cfr. scheda opera 10). A conferma della frequenza della rappresentazione della nascita di Dioniso su bulle e amuleti di area etrusca, si guardi anche la scheda opera 28.

Francesca Pagliaro