
Titolo dell’opera: Nascita di Fufluns
Autore:
Datazione: 300 a.C. ca.
Collocazione: Napoli, Museo Nazionale dalla Collezione Borgia
Committenza:
Tipologia: incisione sul retro di uno specchio
Tecnica:
Soggetto principale: Nascita di Dioniso dalla gamba di Thinia/Zeus con l’aiuto di Thalna/Ilizia
Soggetto secondario: Mean sparge dei profumi; Apulu/Apollo stante
Personaggi: Thinia/Zeus, Apulu/Apollo, Fufluns/Dioniso bambino, Thinia/Ilizia, Mean
Attributi: ramo d’alloro (Apulu/Apollo); corona, scettro con uccello sopra (Thinia Zeus); larga veste (Thalna/Ilizia); ali (Mean); collana di amuleti (Fufluns/Dioniso)
Contesto:
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini: http://www.mediterranees.net/civilisation/religions/dionysos/bacchus4.html
Bibliografia:
Giglioli G.Q., Gli specchi figurati etruschi in “Studi Etruschi” XIX, 1947, p.26; Mansuelli G., Gli specchi figurati etruschi, in “Studi Etruschi”, XIX, 1947, pp. 26; 50, n 6; ibid., XX, 1948-9, pp. 57, 61; Camporeale G., Thalna e scene mitologiche connesse, in “Studi etruschi”, XXVIII, 1960, p. 244; Rallo A., Lasa. Iconografia e esegesi, Firenze 1974, p. 55; Cristofani M.-Martelli G., “Fufluns/Paxies”. Sugli aspetti del culto di Bacco in Etruria, in “Studi Etruschi” XLVI (1978), pp.119-173; Catani E., Un "tondo" figurato dal Museo Piersanti di Matelica e l'iconografia del mito greco della nascita di Dioniso dalla coscia di Zeus, in “Annali della Facolta di Lettere e Filosofia dell'Universita di Macerata” XVIII, 1985, pp. 250-251; Cristofani M. ad vocem “Dionysos/Fufluns”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Verlag, Zurigo-Monaco, 1992, vol. III, 11 p.532; Bonfante L., The Etruscan Language. An Introduction, Manchester and New York, 1983, pp. 221-235; De Grummond N.T., “Mirrors and Manteia. Themes and Prophecy on Etruscan Prenestine Mirros”, in Aspetti e problemi della produzione degli specchi etruschi figurati: atti dell'Incontro internazionale di studio, Roma, 2-4 maggio1997, Aracne, Roma 2000, pp. 68-69; Neri, L. Gli specchi etruschi, Bretschneider, Roma 2002; Van der Meer, Interpretatio Etrusca: Greek myths on Etruscan mirrors, J. C. Gieben, Amsterdam 1995, p. 122.
Annotazioni redazionali: Fufluns è una divinità agreste di area etrusca assimilabile al latino Libero e all’umbro Pomono e soprattutto al greco Dioniso. L’iconografia di Fufluns in età tardoantica è quella di Dioniso nota nella ceramica attica: solitamente barbato, vestito con lungo chitone e con l’himation, fornito o di corno potorio o cantharos. Come per Dioniso e Libero però, all’origine la divinità non ebbe un’iconografia costante. Poichè Vulci fu centro per eccellenza di produzione vinicola, fu proprio attraverso il legame col vino che Fufluns e Dioniso si sovrapposero (entrambe erano divinità legate alle vite e quindi raffigurati col cantharos); tra gli attributi di Fufluns figurano anche la lira, il tirso, l’oinecohè e la patera, sempre ereditati dal Dioniso ellenico. Il fatto che a Fufluns nel V secolo a Vulci sia accostato anche il nome Paxies che risulta una trasformazione di Bakkeios, conferma il sincretismo con Dioniso attraverso la viticoltura. Dall’Etruria poi, sotto questa nuova forma, sarebbe passato a Roma. Una relazione tra Dioniso e i Tirreni è proprio l’episodio dei pirati raccontato nell’Inno Omerico (Cfr. scheda opera relativa e Semfc02). Inoltre Cristofani nota che l’assimilazione tra le due divinità fu molto precoce: in uno specchio al Museo di Bologna che risale alla metà del V secolo già compare un Fuflunus Barbato con Menerva, che ricevono Artame in braccio ad Esia. In più, nel IV sec. è già protagonista del repertorio amoroso con Semla (Cfr. scheda opera 16) o Arianna. Ovviamente solo alcuni episodi sopravvissero e, considerata la destinazione domestica e la funzione amuletica degli specchi, la scena della nascita e il rapporto madre/figlio ebbero più successo che in Grecia (e, in seguito, a Roma). Sul retro dello specchio etrusco qui in esame - appartenuto alla collezione Borgia e ora al museo Nazionale di Napoli - è raffigurato il mito della nascita di Dioniso dalla coscia del padre. Fufluns/Dioniso fanciullo esce dalla coscia di Tinia (nome Etrusco di Zeus) accolto da Thalna (nome etrusco di Ilizia) fra Apulu (Apollo) e Mean (genio alato etrusco). Tinia è seduto al centro della scena con il capo di profilo sinistro e il corpo a tre quarti, è coronato di fiori, la metà destra del corpo è completamente nuda, le ginocchia divaricate e sfalzate mostrano segno di sforzo; con la mano sinistra regge il fulmine alato mentre con la destra uno scettro sul quale posa un uccello. La tradizione testuale non specifica mai da quale coscia nasca Dioniso, ma la posizione di Zeus è sempre la stessa (Cfr. scheda opera 24 e 29). Da dietro la coscia di Zeus nasce Dioniso, già adulto, e ne emerge con la metà del corpo (Cfr. schede opera 04 e 10); ha sul collo quattro bullae come amuleti (porterà una collana simile anche da adulto nello specchio in cui è raffigurato con Semele (Cfr. scheda opera 16) e sulla spalla sinistra un bastone ricurvo che però farebbe più pensare a un fiori attorcigliato come quelli tenuti dalle fanciulle al seguito di Bacco o dalle ninfe che lo accolgono dopo la nascita (Cfr. scheda opera 08), oppure al pedum da quale pende il grappolo d’uva (Catani, 1987).
Di fronte a Zeus, in piedi, sta una figura femminile vestita con chitone e mantello con un pezzo del quale sta per avvolgere Dioniso. Ha una collana con un pendaglio, orecchini a goccia e una benda fermacapelli a rete. Thalna non è esattamente Ilizia, ma è una divinità etrusca che presiede alla sfera femminile della procreazione e per tanto può essere avvicinata e riconosciuta nella divinità corrispondente. In area etrusca assiste Zeus anche nella nascita di Atena e talvolta è raffigurata con ali. La scena è completata da due divinità laterali: a destra Mean con alabastron e discernibulum che sparge del profumo sui capelli di Zeus, anche lei spesso presente alle nascite e a sinistra Apollo (Apulu), con in mano lo stesso bastone d’ulivo del vaso di Taranto (Cfr. scheda opera 07). Secondo De Grummond la testa di satiro che si trova in alto sopra la scena, dalla bocca del quale escono delle strisce a simboleggiare parole, avrebbe una funzione mantica e di profezia sulla vita futura del bambino. Secondo la studiosa i capelli in disordine del satiro simboleggerebbero la sua ispirazione e forse lo specchio sarebbe stato un dono per una nuova nascita; secondo Van der Meer sarebbe invece una stilizzazione di Pan, sempre presente nelle nascite di Dioniso. Il mito della nascita del dio è riprodotto frequentemente in area etrusca specie su amuleti e bullae, proprio come quelle che Dioniso indossa al collo che, essendo esemplari molto diffusi, sono giunti fino a noi nonostante il valore e la facile possibilità di dispersione: ne resta ad esempio una lavorata a sbalzo su lamine d’oro, che faceva parte di un’intera collana etrusca ritrovata in Italia, e che ora è al British Museum di Londra (Cfr. scheda opera 17).
Francesca Pagliaro