13: Giove, Semele e la nascita di Bacco

Titolo dell’opera:

Autore:

Datazione: 370-350 a.C.

Collocazione: Roma, Museo di Villa Giulia da Falerii

Committenza:

Tipologia: vaso

Tecnica: stamnos a figure rosse di fabbrica falisca

Soggetto principale:

Soggetto secondario:

Personaggi: Ermes, ninfe, Fufluns

Attributi: caduceo, calzari alati (Ermes)

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Beazley J., The master of the Villa Giulia Calix Crater in “Romische Mitteilungen” XXVII (1912), p. 296; Lagona S., I riflessi dell’infanzia di Dioniso nella ceramica del V e IV sec. a.C. in “Syculorum Gymnasium”, XI, 1958, I, pp. 67-88; Cristofani M., ad vocem “Dionysos/Fufluns”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Verlag, Zurigo-Monaco, 1992, vol. III, p.532.

Annotazioni redazionali: nell’Argonautica di Apollonio Rodio (Semfc15) leggiamo che Ermes consegna Dioniso alle ninfe dopo la nascita dal padre e la prima ninfa che l’accoglie è chiamata Macri. Il fatto che le nutrici siano le Ninfe di Nysa è la tradizione più diffusa e la presenza del sileno o del dio Lamos spesso conferma questa loro natura boschiva e legata alla natura, che nel significato di rigenerazione assegnato a Dioniso assume un ruolo chiave. Dunque la tradizione che vuole il Sileno come precettore (Cfr. scheda opera 09) non è disconnessa dalle Ninfe, poiché entrambi sono abitanti di boschi e foreste. Nonno (IX, 11, 16, 25, 49, Semfc41) dice che Dioniso appena nato da Zeus è incoronato d’edera dalle Ore poi portato da Ermes alle figlie di Lamo che lo ricevono e lo nutrono. Era, gelosa, le farà impazzire e Ermes lo riprende e lo porta a Ino, sorella di Semele. Essa lo cura e poi lo affida a Mystis, la ninfa. Quindi o prima o dopo, o le ninfe di Nysa o le figlie di Lamo (per la personificazione di Lamo vedi scheda opera 26), divinità femminili con il ruolo di nutrici, avranno ampio spazio nell’allevamento di Dioniso fino a diventare le prime ad accoglierlo con la scena del bagno nei sarcofagi di epoca romana. Più difficile è individuare se esisteva un prototipo figurativo comune perché sono soluzioni mai unitarie. Come nota Lagona, però, nonostante la figura di consegnatore sia Ermes e non Zeus, lo schema e pressocchè identico (Cfr. scheda opera 08). Le rappresentazioni più diffuse dell’infanza di Dioniso nella ceramica del V e IV sec. sono senza dubbio quelle che vedono Ermes consegnare Dioniso alle ninfe proprio come in questo vaso. Tale tradizione sarà quella che sopravviverà fino all’epoca moderna (Cfr. scheda opera 71). Sull’altro lato, due figure maschili di cui una regge un cantaros che l’altra di fronte sembra chiedergli con un gesto della mano.

Francesca Pagliaro