05: Giove, Semele e la nascita di Bacco

Titolo dell’opera:

Autore: Pittore di Berlino (attr.)

Datazione: 470 a.C.

Collocazione: Londra, British Museum da Nola

Committenza:

Tipologia: anfora attica

Tecnica: pittura a figure rosse

Soggetto principale: Giove rincorre Semele

Soggetto secondario:

Personaggi: Giove, Semele

Attributi: saetta, scettro (Giove); bracciali (Semele)

Contesto:

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Hoppin J. C., A Handbook of Attic Red-Figured Vases by or Attributed to Various Masters of the Sixth and Fifth Centuries B. C., Harvard University Press, Cambridge 1919; Beazley J. D., Attic red-figure vase-painters, Hacker art books, New York 1984, 2, 202, 87; Merlin A.M., Zeus fulminant du “peintre d’Altamura”, in « Monument et memoires par l’Academie des incriptions et belles lettres », Paris 1935-36, pp.136-148; Kilinski K. II, “Greek masculine prowess in the manifestation of Zeus”, in Myth, sexuality and power images of Jupiter in Western art, Georgia museum of Art, Louvain La Neuve, Providence 1998, p. 37;

Annotazioni redazionali: escludendo la rappresentazione al Lowie Museum di Berckley in cui si vede il fulmine di Zeus scendere su Semele (Cfr. scheda opera 12), e quella della pittura su tessuto di Antinoé conservata al Louvre (Cfr. scheda opera 18), il momento della morte di Semele non è mai rappresentato in epoca arcaica. Nemmeno è possibile affermare che a questo venissero preferite altre rappresentazioni di Semele, poiché la sua presenza nel corteo bacchico, o il suo posto nei culti misterici accanto a Dioniso sono rappresentati con altrettanta rarità (Cfr. scheda opera 20 e 23). Come già ricavabile dall’accurato studio dell’iconografia dionisiaca condotto da Cornelia Isler Kerenyi e da Thomas Carpeter, un punto assai problematico per l’evoluzione dell’iconografia dionisiaca è sicuramente la presenza e il rapporto del dio con le donne. Prima della fine del V secolo non c’è traccia di donne mortali sulle rappresentazioni connesse con Dioniso, e quando cominciano ad esserci, sono esigue e difficilmente distinguibili tra loro. Molto spesso, a meno della fortunata presenza di iscrizioni, è quasi impossibile distinguere Semele da Arianna (Cfr. scheda opera 20 e 21) o comprendere il senso di altre rappresentazioni accertate come quella della coppa di Kallis (Cfr. scheda opera 01).  A ulteriore conferma di ciò si pensi all’assenza di attributi specifici che caratterizzino Semele, il più delle volte indistinguibile da una ninfa del tiaso dionisiaco, a meno della sua presenza attiva nella scena della nascita.  Per la raffigurazione su questo vaso, invece, non sembrano esserci dubbi. Giove, vestito con himation e mantello, corre da sinistra verso destra tenendo in mano lo scettro stranamente terminante con una punta simile a un tirso (richiamo sottinteso alla futura nascita di Dioniso?). Con l’altra mano tiene due fulmini legati con una corda, puntati verso Semele la quale, ornata di braccialetti su ogni polso, corre verso la parte opposta voltandosi indietro per paura. I vestiti dei due sono simili. La posizione di Giove è quella con cui viene tipicamente raffigurato mentre scaglia il fulmine, sia nella pittura vascolare che nella statuaria, e generalmente nelle Gigantomachie.Sull’identità di Semele sorgono ovviamente molti dubbi, considerato che non ci sono fonti che testimonino il suo tentativo di fuga, correndo e a piedi. Infatti la richiesta fatale che fece a Zeus, fu proprio quella di mostrarsi a lei nella forma in cui si mostrava ad Era durante l’atto sessuale; è per questo che le rappresentazioni della morte della principessa tebana sono sempre sul letto o sulla kliné (Cfr. scheda opera 12 e 18). Tra le altre ipotesi avanzate per l’identificazione c’è quella con la ninfa Egina, figlia di Esopo, il quale venne fulminato da Zeus per aver impedito l’unione tra il sovrano dell’Olimpo e sua figlia (Kaempf-Dimitriadou S, 1979, pp. 22-24). Ma è difficile immaginare una tale sintesi dell’episodio, tanto da sembrare che a dover essere fulminata dovesse essere la fanciulla. Diodoro Siculo è invece molto chiaro sul fatto che Giove sia arrivato da Semele con i fulmini tra le mani (Semfc19).

Francesca Pagliaro