Titolo dell’opera:
Autore:
Datazione: ultimo quarto VI secolo.
Collocazione: Berlino, Staatliche Museum
Committenza:
Tipologia: hydria attica dipinta
Tecnica: pittura vascolare a figure nere
Soggetto principale: Dioniso con Semele su un carro
Soggetto secondario:
Personaggi: Dioniso, Semele, personaggi su carro (Coperchio)
Attributi: barba, corona d’edera (Dioniso); corona d’edera (Semele)
Contesto:
Precedenti:
Derivazioni:
Immagini:
Bibliografia: Beazley J. D., Attic black-figure vase painters Clarendon press, Oxford 1956, n. 54 p.364; Vermeule C.C. Chariot Groups in Fifth-Century Greek Sculture,in “The journal of Hellenic studies”, Vol. LXXXV, 1955, pp. 96-126; Paribeni E., ad vocem “Semele”, in Enciclopedia Arte antica 1966, VII, p. 160; Kerenyi K., Dioniso: archetipo della vita indistruttibile, Adelphi, Milano 1993 (II ed.), p. 161 nota 88 tav. 47; Kossatz - Deissmann A. ad vocem “Semele”, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Verlag, Zurigo-Monaco 1991, VII, 35, p. 722; Casadio G., “Morte di un dio e resurrezione di una donna. Dioniso e Semele”, in Dioniso mito e mistero. Atti del convegno internazionale di Comacchio, 3-5 novembre 1989, Comacchio 1991, p. 367.
Annotazioni redazionali: si tratta della più antica raffigurazione dell’anagogé di Semele ma anche dell’unica sicuramente accertata (si legge infatti scritto il nome). Un Dioniso con la barba e un piede già sul cocchio si appresta apparentemente a far salire sul carro anche la madre. Come avrebbe dovuto essere secondo la testimonianza di Pausania (Semfc16) in questa versione molto arcaica (il vaso è databile all’ultimo quarto del VI sec.) sembra evidente il ruolo attivo del dio. Il carro è rappresentato di profilo, tirato da quattro cavalli, così come tradizionalmente nelle ascese o apoteosi sia in pittura che in scultura, e come evidenziato nello studio di Vermeule (1955), anche nella produzione monetaria. Davanti al carro, il capro, uno degli animali dionisiaci va nella “direzione di marcia”. Pausania racconta che i punti della discesa di Dioniso per salvare la madre dagli inferi sarebbero stati due: uno presso un lago a Lerna, l’altro a Trezene, precisamente nel tempio di Artemide con sede nell’agorà (Semfc16). Sebbene lo studioso riporti la vicenda in un contesto polemico sulle credenze di discesa e risalita dall’Ade, la sua testimonianza costituisce sicuramente una valida connessione tra luoghi intrisi di misticismo orfico come Lerna e l’aspetto salvifico del dio. Kerenyi (1993) ritiene che la storia sia ambientata nell’Ade, da cui Dioniso sta per partire, dunque accertata l’identità, ammesso il movimento, resta da risolvere soltanto un punto: è l’ascensione all’Olimpo o la risalita dagli inferi? Non essendoci precedenti figurati dell’episodio, non possiamo sperare di costruirne uno sviluppo iconografico che ci permetta di escludere una o l’altra ipotesi. Per dare una risposta Casadio mette a confronto quest’hydria con l’altra a figure rosse, sempre conservata a Berlino, ma di epoca più recente raffigurante Semele che emerge dagli inferi e in cui si vede Dioniso aspettare da solo sul carro Semele, la quale è intenta a risalire nel registro inferiore (Cfr. scheda opera 11). La posizione sarebbe spiegabile grazie a Plutarco che ci dice che il dio salì per primo in cielo e in seguito trasse su Semele (Semfc28). Sembra piuttosto superfluo stabilire se nell’hydria di Berlino si tratti di ascensione o risalita. Semele è sul carro e le fonti ci dicono solo che fu portata dal figlio sull’Olimpo per diventare immortale (Semfc08 e 16), la madre partecipa con il figlio a una delle sue imprese e diviene, per lui che lo è già, divina. Compie dunque lo stesso passaggio che è auspicabile a un iniziato Dionisiaco. L’analogia tra le due coppe conservate a Berlino proposta da Casadio ottiene però un altro risultato, permette cioè di identificare inequivocabilmente Semele nell’hydria a figure rosse e a mettere da parte altri personaggi come Core o Afrodite (Nilsson M.P. 1955-61; Metzger H. 1951) (Cfr.scheda opera 11). L’ultimo punto di connessione con questo suo valore salvifico sarebbe da ritrovarsi in raffigurazioni dell’ascensione come quella del disco di Brindisi (Cfr. scheda opera 20) dove Dioniso e Semele compaiono in coppia, o nella corniola conservata al British Museum dove la madre del dio ascende da sola al cielo su un carro (Cfr. scheda opera 30).
Francesca Pagliaro