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413 d.C.

SANT’AGOSTINO, De Civitate Dei, IV, 11 e 16

Testo tratto da http://www.augustinus.it/italiano/cdd/index2.htm

11 (….) Non sarebbe diverso ma sempre lui in quelle dee che tessono il carme sul destino dei nati e si chiamano le Carmenti, sarebbe preposto agli eventi fortuiti col nome di Fortuna, spremerebbe la mammella al bimbo nella ninfa Rumina perché gli antichi hanno chiamato ruma la mammella, somministrerebbe la pozione nella ninfa Potina, offrirebbe da mangiare nella ninfa Educa, si chiamerebbe Pavenza dalle paure infantili, Venilia dalla speranza che viene, Volupia dalla voluttà, Agenoria dall'agire, la dea Stimola dagli stimoli con cui l'uomo è mosso a un'eccessiva attività, la dea Strenia se lo rende strenuo, Numeria se gli insegna a calcolare i numeri, Camena se a cantare, sarebbe anche il dio Conso perché dà consigli e la dea Senzia perché ispira sentenze, la dea Giovinezza perché, dopo la toga pretesta, sorveglia gli inizi dell'età giovanile ed anche la Fortuna barbata perché fa crescere la barba agli adolescenti. Si vede proprio che non hanno tenuto in considerazione gli adolescenti perché avrebbero dovuto nominare a questa divina funzione per lo meno un dio maschio, o Barbato da barba, come Noduto da nodo, comunque non Fortuna ma in quanto portatore di barba Fortunio. Sempre Giove congiungerebbe gli sposi nel dio Giogatino e quando si scioglie la cintura alla sposa ancor vergine, egli sarebbe invocato col nome della dea Verginese; sarebbe Mutuno o Tutuno che presso i Greci è Priapo (…)

16.La dea che opera pace e serenità. Mi meraviglio assai di un fatto. Hanno destinato singoli dèi a cose particolari e perfino a particolari movimenti. Così hanno chiamato Agenoria la dea che muoveva ad agire, Stimola la dea che stimolava fuor di misura ad agire, Murcia la dea che non muoveva al di là della misura e rendeva l'uomo murcido, come dice Pomponio, cioè troppo indolente e inattivo, Strenia la dea che rendeva l'uomo strenuo. E intrapresero a celebrare pubblici festeggiamenti di tutti questi dèi e dee, ma non vollero festeggiare pubblicamente la dea che chiamarono "Quiete", perché doveva render quieto l'uomo, sebbene avesse un tempietto fuori Porta Collina Fu indizio di un animo inquieto o piuttosto si volle segnalare che chi continuava ad adorare quella schiera non di dèi ma di demoni non poteva raggiungere la quiete? Ad essa ci invita il vero medico con le parole: Imparate da me che sono mite e umile di cuore e troverete quiete per la vostra anima