II sec. d.C.
LUCIANO, Dialoghi degli Dei, 9, 12; 18, 22; 24,4
testo tratto da: Longo V. (a cura di), Luciano, Dialoghi degli dei Classici Utet 1992. Vol.I pp. 237-241; pp. 257-259; p. 283
Posidone ed Ermete
POS. Ermete è possibile ora avere un incontro con Zeus?
ERM. Assolutamente no, o Positone.
POS. Annunciami lo stesso.
ERM. Non seccare, ti dico: non è il momento adatto e tu per ora non puoi vederlo.
POS. Non sarà in intimità con Era!
ERM. No: è cosa d’altro genere.
POS: Capisco: c’è dentro Ganimede.
ERM: Non è neppure questo. Non sta bene lui.
POS Per quale ragione, o Ermete? E’ strano quanto mi dici.
ERM: E’ cosa tale che mi vergogno a dirla.
POS: Ma non devi, parlando a me che sono tuo zio.
ERM. Ha partorito in questo momento, o Positone.
POS. Ma va! Ha partorito lui? E a chi? Dunque ignoravamo che fosse un androgino!
Del resto il suo ventre non mostrava segno alcuno d’ingrossamento.
ERM. Dici bene: non era lì il feto.
POS. Lo so. Allora ha partorito nuovamente dalla testa come quando gli nacque Atena. La sua testa infatti ha il potere di figliare.
ERM. No: il bambino di Semele lo portava nella coscia.
POS. Grandioso!.....Questo concepisce in ogni parte del corpo! Ma chi è Semele?
ERM. Una delle figlie di Cadmo, una tebana. La sedusse e la ingavidò.
POS. E poi partorì invece di lei?
ERM. Certo, anche se la cosa ti sembra fuori dell’ordinario. Infatti Era – tu sai com’è gelosa – abbindolò Semele persuadendola a chiedere a Zeus di andare da lei coi tuoni e i lampi; e poiché egli acconsentì e ci andò anche col fulmine, il tetto s’incendiò, Semele bruciò viva e Zeus mi ordinò di tagliare il ventre della donna e di portargli il feto di sette mesi ancora immaturo. Dopo che ebbi eseguito, aperta la coscia, ce lo misi dentro, perché lì si completasse ed ora, già nel terzo mese, lo ha partorito ed è spossato dalle doglie.
POS. Ed ora dov’è il neonato?
ERM. Lo ha portato a Nisa[1] e lo ha dato da allevare alle Ninfe. E’ stato chiamato Dioniso.
POS. Dunque questo di Dioniso mio fratello è nello stesso tempo madre e padre?
ERM. Sembra. Ma ora vado a portargli l’acqua per la ferita e a fare tutto il resto che si usa per una puerpera.
Era e Zeus
(Era sta sgridando Zeus perché è orgoglioso di un figlio come Dioniso che è effeminato va in giro a fare cortei e ha inventato la vite che che rende barcollanti e violenti)
Zeus. Non ha senso quello che dici. Né il vino né Dioniso fanno questo, ma l’eccesso del bere e il buttar giù vino più di quanto non stia bene. Chi beve moderatamente può diventar più allegro e più piacevole, ma mai fare a nessuno dei compagni quello che fu fatto a Icaro. Ma tu, Era, mi sembra che abbia in mente Semele e che soffra ancora di gelosia, se disprezzi i più bei meriti di Dioniso.
Ermete e Maia
Ermete si lamenta con la madre del destino sciagurato che gli è capitato nel dover servire gli dei e dover accompagnare le anime agli inferi. Tra gli altri si lamenta anche di Dioniso dicendo:
ERM. Eppure i figli di Leda sono un giorno ciascuno nel cielo o nell’Ade, mentre io sono obbligato a fare ogni giorno queste cose o quelle; e anche i figli di Alcmena e Semele, nati da miserabili donne, se la spassano senza pensieri, mentre io, nato da Maia, figlia di Atlante, faccio loro da servo.