Semfc18

60-30 a.C.

DIODORO SICULO, Biblioteca, IV 23 e 24

Testo tratto da: Canfora L.(a cura di), Diodoro Siculo, Biblioteca Storica, traduzione di Labriola I., Sellerio, Palermo 1986

23. Tradizionalmente si calcola un intervallo di oltre diecimila anni dal tempo di Osiride e Iside al regno di Alessandro, fondatore in Egitto della città che porta il suo nome;secondo un altro computo, però, si parla di poco meno di ventitremila anni. Di contro, coloro che sostengono che il dio sia nato da Zeus e da Semele in Tebe di Boezia, definiscono questi calcoli pura invenzione. Dicono infatti che fu Orfeo, iniziato durante una visita in Egitto ai riti e ai mestieri dionisiaci, a farli propri e ad attribuirli la nascita del dio alla stirpe di Cadmo, con l’intento di ingraziarsela, poiché era ad essa legato da vincoli di amicizia e ne riceveva attestazioni di onore; e il volgo, parte per ignoranza, parte per il desiderio di considerare greco il dio, accolse con favore i riti iniziatici ed i misteri. L’iniziativa di Orfeo di trasferire la nascita del dio e il rituale che ne deriva ebbe come occasione quanto qui di seguito si riporta. Cadmo, che era originario di Tebe in Egitto, ebbe numerosi figli, tra cui anche Semele; costei, violentata da uno sconosciuto, rimase incinta e dopo sette mesi partorì un bimbo di aspetto simile a quello che in Egitto si ritiene proprio di Osiride: i prematuri di tal genere di solito non nascono vivi, sia perché gli dei non lo vogliono sia perché non lo consenta la legge di natura. Venuto a conoscenza dell’accaduto, Cadmo, a cui un oracolo aveva raccomandato di conservare le usanze ereditate dai padri, rivestì d’oro il bambino e istituì sacrifici appropriati in suo onore, come se trattasse di un ‘altra epifania di Osiride tra i mortali. Attribuì inoltre la paternità a Zeus, esaltando solennemente Osiride e cancellando nello stesso tempo l’infamia della figlia violata: questa è la ragione per cui tra i Greci circolò la voce che Semele, figlia di Cadmo, aveva generato Osiride da Zeus. Ora, in un tempo successivo, Orfeo, che godeva il Grecia di grande fama per l’abilità del canto, la competenza dei riti e la dottrina teologica, fu ospitato dai discendenti di Cadmo ed ebbe a Tebe onori particolari. E poiché aveva grande familiarità con la tradizione teologica egiziana, trasferì la nascita dell’antico Osiride in tempi più recenti e per gratificare i discendenti di Cadmo istituì un nuovo rito, in cui agli iniziati si rivelava il racconto della nascita di Dioniso da Semele e da Zeus. Gli uomini allora accettarono queste cerimonie iniziatiche, parte ingannati parte per ignoranza, parte convinti dalla fama e dall’autorità di Orfeo in materia religiosa, soprattutto perché erano pronti ad accogliere un dio di origine greca, come si è detto in precedenza. In seguito, dopo che del racconto della nascita del dio si impadronirono gli scrittori idei miti e poeti, ne sono stati riempiti i teatri e tra le generazioni posteriori salda e immutabile si è fatta la credenza di questa storia.

24(…)

25. In generale, ci sono molte versioni differenti di tutti questi dèi. La stessa dea, ad esempio, è chiamata da alcuni Iside, da altri Demetra, da altri Legislatrice (“Thesmophoros”), da altri Semele, da altri ancora Era, e non manca chi si rivolge a lei con tutti questi nomi. Quanto ad Osiride, c’è chi lo chiama Sarapide, chi Dioniso, chi Plutone, chi Ammone; alcuni lo chiamano Zeus, ma molti han la convinzione che Pan sia questo stesso dio; alcuni però dicono che Sarapide sia il dio che i Greci chiamano Plutone. (….)

VI, 62. dal momento che nelle precedenti sezioni sull’Egitto abbiamo parlato della nascita di Dioniso e delle sue imprese, seguendo le narrazioni locali, riteniamo sia ora opportuno aggiungere i racconti che su questo dio si fanno presso i Greci. Ma poiché gli antichi mitografi e poeti che hanno scritto su Dioniso hanno messo per iscritto narrazioni discordi le une rispetto alle altre, e molti prodigiosi racconti, è difficile parlare con chiarezza della nascita e delle sue imprese. Alcuni infatti hanno tramandato che vi fu u n solo Dioniso, altri che ve ne furono tre, e ci sono alcuni i quali affermano che non vi sia stata affatto una sua nascita in forma umana, ritenendo che Dioniso altro non sia che il dono del vino. Di conseguenza, prenderemo a ripercorrere brevemente e per sommi capi ciò che da ciascuno viene detto.

Allora, coloro che danno una spiegazione puramente fisica alla vicenda di questo dio, e chiamano “Dioniso” il frutto della vite, affermano che la terra ha prodotto spontaneamente come le altre piante, anche la vite, e che essa in origine non fu piantata da qualche scopritore. Ne sarebbe un indizio fatto che ancora oggi nascono viti selvatiche, che producono frutti in maniera simile a quelle che vengono coltivate con cura ad opera dell’esperta mano degli uomini. E Dioniso sarebbe stato chiamato dagli antichi “con due madri” e in quanto una- e la prima- nascita sarebbe calcolata quando la pianta, posta nella terra, comincia a crescere; e la seconda quando è carica di grappoli re li porta a maturazione: di modo che una nascita del dio sarebbe stata considerata dalla terra, l’altra dalla vite. Ma i mitografi hanno tramandato notizia anche di una terza nascita, secondo la quale essi dicono che il dio, generato da Zeus e Demetra e gli sarebbe di nuovo rinato giovano: e questi racconti li riportano ad alcune cause naturali. (…) (Egualmente essi riportano anche la nascita di Semele a cause fisiche, affermando che Tione era chiamata, dagli antichi, la terra. E che il nome Semele fu apposto per il fatto che il culto e l’onore per questa dea era augusto, mentre quello di Tione per i sacrifici e le vittime a lei offerti). E sarebbe tramandata una sua duplice nascita da Zeus perché si riteneva che insieme anche con gli altri anche questi frutti fossero stati distrutti nel cataclisma dei tempi di Deucalione, e che quindi, poiché dopo il diluvio essi ricrebbero, questa fosse come una seconda apparizione del dio presso gli uomini, in occasione della quale si sarebbe creato il mito che il dio fosse rinato dalla coscia di Zeus.

Questo dunque raccontano di lui coloro i quali affermano che Dioniso si identifichi coni poderosi effetti della scoperta del vino.

63. Tra i mitografi, quelli che rappresentano il dio con un corpo fisico gli attribuiscono concordemente l’invenzione della vite, la sua coltivazione e tutta la prassi relativa al vino, ma sono discordi sul problema se ci siano stati più Dionisi. Infatti, alcuni affermano che si astato uno solo e lo stesso a creare le pratiche per la produzione del vino e la raccolti dei frutti detti arborei, a fare spedizioni in tutto il mondo, e inoltre a introdurre i mestieri, le iniziazioni e i riti bacchici.

Altri, invece, come ho detto, ipotizzano che ce ne siano stati tre, in periodi distinti, e a ciascuno attribuiscono particolari opere; e dicono che il più antico fu indiano, e che, poiché li la terra produceva spontaneamente per la temperanza del clima molte viti, per primo spremette i grappoli e inventò l’utilizzazione della natura del vino, e allo stesso modo si prese adeguatamente cura dei fichi e degli altri alberi da frutti. Lo stesso dicono anche che portasse una lunga barba, poiché tra gli Indiani è costume di farsi crescere con ogni cura le barbe fino alla morte. Questo Dioniso, dunque, avrebbe invaso con un esercito tutto il mondo, insegnando la coltivazione della vite e la spremitura dei grappoli nei tini, per la qual cosa sarebbe stato chiamato Leneo. Allo stesso modo avrebbe reso partecipi tutti anche delle altre sue invenzioni, cosicché dopo il suo trapasso dal mondo degli umani avrebbe ottenuto l’onore dell’immortalità da parte dei beneficati. E ancor oggi presso gli Indiani verrebbero mostrati il luogo in cui venne a nascere il dio e i nomi de città derivati da lui secondo la lingua degli abitanti del luogo. E resterebbero molte altre notevoli tracce della sua nascita tra gli Indiani, di cui sarebbe troppo lungo scrivere.

64.(…) Il terzo Dioniso dicono si nato a Tebe di Boezia da Zeus e Semele, figlia di Cadmo. Raccontano infatti che Zeus, innamoratosene, le si unì più volte in virtù della sua bellezza, e che Era, ingelosita e volendo infliggere una punizione alla donna, si trasformò in una delle donne che godevano dei suoi favori e ingannò Semele: le avrebbe infatti detto che era doveroso che Zeus le si accostasse con lo stesso splendore e gli stessi onori con cui si manifestava nell’avvicinarsi ad Era. Pertanto Zeus, poiché Semele, gli chiedeva gli stessi onori di Era, si sarebbe presentato tra tuoni e lampi, e Semele, non sopportando la grandezza di quella situazione, sarebbe morto e avrebbe partorito il bambino prima del tempo debito. Allora Zeus lo avrebbe subito celato nella sua coscia; e in seguito, quando il tempo naturale previsto per la nascita lo ebbe fatto completamente sviluppare, avrebbe portato il neonato a Nisa, in Arabia. Qui il bambino sarebbe stato nutrito dalle Ninfe, e sarebbe stato chiamato Dioniso prendendo il nome dal padre e dal luogo; e divenuto di insigne bellezza, dapprima avrebbe trascorso la vita tra danze, tiasi femminili e mollezze e giochi di ogni genere; in seguito, raccolto un esercito di donne e armatolo con tirsi avrebbe fatto una spedizione in tutto il mondo. Avrebbe istituito pratiche delle iniziazioni e avrebbe reso partecipi dei misteri gli uomini che fossero pii e praticassero una vita conforme a giustizia, e inoltre avrebbe celebrato dappertutto delle assemblee religiose e fondato agoni musicali, e insomma risolvendo le rivalita dei popoli e delle città, avrebbe instaurato, al posto delle contese e delle guerre, la concordia e una grande pace.

65.(…)

66. (…) Fornisce del resto un atestimonianza favorevole alle nostre affermazioni anche il poeta degli inni, parlando di coloro che si contendono la sua nascita e presentando d’altro canto il dio come nato a Nisa nell’Arabia:

Alcuni dicono che sul Dragano, altri in Icaro ventosa,

altri a Nasso- progenie di Zeus, che apparì in forma di toro-

altri sul fiume Alfeo dai profondi gorghi,

Semele, dopo averti portato nel grembo, ti generò a Zeus che gioisce del fulmine:

altri dicono che tu, signore, sei nato a Tebe;

mentendo. Ti generava invece il padre degli uomini e degli dèi,

molto lontano dagli uomini, nascondendoti a Era dalle braccia bianche.

C’è un luogo, Nisa, montagna altissima, fiorente di selve,

oltre la Fenicia, presso e correnti d’Egitto.     

Non ignoro d’altra parte che anche quei popoli della Libia che abitano sulla costa dell’oceano rivendicano a sé la nascita del dio, e mostrano che Nisa e le altre cose raccontate su di lui avevano sede presso il loro, e dicono che molti indizi di ciò continuano a trovarsi ancora ai nostri tempi nella loro terra; e inoltre che molti antichi mitografi e poeti greci raccontano cose che concordano con quanto detto da loro, e anche non pochi degli autori successivi. Di conseguenza, per non trascurare nessuno dei racconti su Dioniso, tratteremo per sommi capi delle narrazioni dei Libici, e di quegli antichi Greci che hanno scritto cose conformi a quanto detto da loro e da Dioniso, che compose un’opera sugli antichi dei.(…)

74. (..) L’ultimo, quello generato da Zeus e Semele presso i Greci, sarebbe stato un imitatore dei precedenti. Emulando la scelta di vita di entrambi, avrebbe fatto spedizioni in tutto il mondo, lasciando non poche colonne a segnare i confini delle sue spedizioni; e avrebbe civilizzato la terra con le coltivazioni e avrebbe scelto un gruppo di donne combattenti come il Dioniso anche le Amazzoni. Avrebbe poi operato maggiormente nel campo dei riti orgiastici, modificando alcune iniziazioni in una forma migliore ed inventandone altre. Per il gran tempo trascorso, i precedenti inventori sarebbero stati ignorati dai più; ed egli avrebbe meditato la scelta di vita e la fama dei suoi predecessori. (…).

A sostegno del fatto che vi sono stati più Dionisi, insieme con altre dimostrazioni provano ad addurre anche quella che si ricava dalla Titanomachia: fra tutti c’è ifatti concordi sul fatto che Dioniso combattè con Zeus la guerra contro i Titani , e dicono che nonè affatto appropriato porre la nascita dei Titani ai tempi di Semele, né affermare che Cadmo, figlio di Agenore, fu più vecchio degli dèi olimpii. (…)

VII, 2.(…) da essa nacquero Semele e Ino e Autonoe e Agave e ancora Polidoro. Zeus si unì con Semele per la sua bellezza, e poiché svolgeva i suoi incontri con discrezione dava l’impressione di disprezzarla. Perciò Zeus ricevette da lei la richiesta che i loro rapporti fossero uguali agli amplessi con Era. Zeus allora si presentò in modo degno di un dio, con tuoni e fulmini e compì l’unione sessuale apertamente. Ma Semele era incinta e non sopportò la veemenza della situazione, partorì prematuramente il bambino, e lei morì uccisa dal fuoco. Zeus allora prese con sé il bambinetto, lo affidò ad Ermes e gli ordinò di portarlo nell’antro che si trova sul Nisa, posta tra la Fenicia e il Nilo, di affidarlo alle Ninfe perché lo nutrissero e avessero di lui massima cura. Perciò Dioniso allevato sul Nisa ricevette questo nome da Dios e Nisa. OMERO è testimone di questo negli inni, dove dice:

vi è un monte eccelso, fiorito di selve, Nisa;

lontano dalla Fenicia, vicino alle correnti d’Egitto.

Allevato dalle Ninfe sul Nisa, dicono che si astato lo scopritore del vino e che abbia insegnato agli uomini la coltivazione della vite. (…)

4. Alcuni narratori di miti parlano dell’esistenza di un altro Dioniso, precedente a questo di molti anni. Dicono che il Dioniso chiamato da alcuni Sabazio sia nato da Zeus e Persefone; dilui celebrarono la nascita e i sacrifici e gli onori di notte e di nascosto, a causa della vergogna connessa alla unione sessuale. Dicono che egli si distinse per intelligenza e che per primo abbia tentato di aggiogare i buoi e di compiere con il oro aiuto la seminagione delle semenze; perciò lo rappresentano anche cornuto. Dicono che il figlio di Semele, nato in tempi più recenti, fosse effeminato e molto delicato (…)

25. (…) Prese parte anche alle spedizioni degli Argonauti, e spinto dall’amor per la moglie, osò - cosa straordinaria- scendere nell’Ade e, affascinata Persefone con l’armonia del canto, la persuase a secondarlo nei suoi desideri e ad accordargli di ricondurre alla luce dall’Ade sua moglie morta, come aveva fatto Dioniso: nei miti si narra infatti ch’egli ricondusse dall’Ade la madre Semele, le partecipò l’immortalità e le cambiò nome in Tione. Abbiamo parlato ora di Orfeo; passeremo ora di nuovo ad Eracle.

52. I Nassi raccontano un mito relativo a questo dio: affermano che egli fu allevato versi di loro, che per questo motivo l’isola gli fu chiarissima ed è da taluni chiamati Dionisiade. Secondo il mito che è stato tramandato Zeus, quando incenerì col fulmine. Semele prima che partorisse, prese il suo piccolo e se lo cucì nella coscia; quando giunse il momento di farlo nascere, volendo nascondere la cosa ad Era, estrasse dalla coscia il bambino nell’attuale Nasso, e lo affidò, perché lo affidassero, alle Ninfe del luogo Filia, Coronide e Clide; Zeus incenerì col fulmine Semele prima che partorisse affinché Dioniso, nato non da una mortale ma da due immortali, fosse immortali subito, fin dalla nascita. Gli abitanti di Nasso furono ricompensati per i meriti acquisiti nell’ allevare Dioniso: l’isola, infatti, accrebbe la su aricchezza e allestì flotte considerevoli; ribellatasi per prima a Serse e staccata dalla sua flotta, i Nassi collaborarono a sconfiggere i barbari per mare e si distinsero nella battaglia di Platea. La qualità del vino che si produce a Nasso è eccellente e rivela l’affetto del dio per l’isola.