180 – 110 a.C.
APOLLODORO, Biblioteca, III, 6
Testo tratto da: Guidorizzi G.-Frazer J. G. (a cura), Apollodoro, Biblioteca, Adelphi, Milano 1995
III, 6Zeus s’innamorò di Semele e si unì in amore con lei di nascosto da Era. Zeus offrì alla fanciulla di chiedergli tutto ciò che voleva; e Semele, seguendo un consiglio ingannatore di Era, gli chiese di andare da lei proprio nello stesso aspetto di quando si avvicinava in amore a Era. Zeus non poteva rifiutare: si accostò al letto di Semele sul suo carro, tra folgori e saette e scagliò il suo fulmine. Semele morì per il terrore e Zeus tirò fuori dal fuoco il bambino di sette mesi che la fanciulla portava in seno, ancora immaturo, e se lo cucì in una coscia. Morte Semele, le altre figlie di Cadmo misero in giro la voce che la sorella si era unita a un uomo qualsiasi, e che Zeus, tirato falsamente in casa l’aveva fulminata per la sua menzogna. Trascorso il tempo debito, Zeus si scucì la coscia, partorì Dioniso e l’affidò ad Ermes. Questi lo portò a Ino e Atamante e lo convinse ad allevarlo come fosse stata una bambina. (…) Causa della morte <di Adone> fu, secondo Acusilao, l’ira di Zeus nei suoi confronti perché faceva la corte a Semele, ma in genere si racconta che morì per aver visto Artemide che si faceva il bagno.
III, 5, 1-2Dopo aver dimostrato ai Tebani di essere un dio, Dioniso andò ad Argo, e poiché nuovamente non lo onorarono, rese folli le donne, che sulle montagne divorarono i corpi dei loro fanciulli fatti a pezzi. Desiderando poi essere portato dall’Icaria a Nasso affittò una nave pirata dei Tirreni. Ma dopo che fu fatto salire a bordo non si diressero a Nasso ma in Asia, con l’intenzione di venderlo come schiavo. Allora, trasformò l’albero maestro e i remi in serpenti, e riempì la nave di edera e di suoni di flauto. E i pirati impazzirono, si buttarono a mare e si trasformarono in delfini. Capirono allora che egli era un dio e lo venerarono. Dopo aver portato su la madre di lui dall’Ade la chiamarono Thyone, egli ascese con lei in cielo